Trentesimasettìma. dell’Archivio di quell’Arcivefcovato, che è copia antichiffima, da cu1 intendiamo, che circa 1’Anno 718. regnando il Re Liutprando ,. la Chie-fa di San Silveftro fu edificata e dotata da alcuni pii Cittadini Lucchefi curri Xenodochio & Baineo , e con un Prete o Abbate Cuftode del Sacro Luogo ad Pere^rinos recipientium, Pauperes , Viòuas, Ù Orphanos confo-landum . Non fi conot’ce bene il tempo, in cui fu fcritta la Carta, ma da due anneiTe affai apparifce , l’una delle quali mi parve originale, e che perciò ho anche data alla luce. Soggiungo un’altra Carta Spettante all’Anno 721. in cui fi vede dotato da Pertualdo Cittadino di Lucca il poco fa eretto Tempio e Moniilero di San Michele fuori della Città , acciocché il Sacerdote , che quivi farà ordinato , officium peragat , Viduam, Orphanum, & Pauperem confoletur , Egenum & Peregrinimi rea-piai . La terza Carta , che ha fentito le ingiurie dell’antichità , e abbonda di lacune, contiene la fondazion di uno Spedale, fatta neh’Anno 757. da alcuni caritativi Cittadini di Lucca preffo le mura della Città-a’ tempi di Peredeo Vefcovo, ut ibi Pauperes , & Peregrini modernis & fu-turis temporibus per omnem hebdomadam pafcantur. Da quello Documento Scritto Regnante Domno Defìdeno Rege , Anno Regni ejus Deopropino Pri-mo, Quinto die 'mirante Menfe Novembno, Indizione XI. Si ricava, che il Re Defiderio non prima del dì V. di Novembre dell’ Anno 756. era falito Sul Trono. In quella Carta non fi parla di Moniilero alcuno, ma Solamente di una Chiefa e Senodochio , effendofi praticato, che anche a i Templi ed Oratorj del Clero Secolare fi aggiugneva talvolta lo Spedale od Oipizio de’Poveri, o de’Pellegrini. Ordinariamente a quelli Luoghi pii fi deputava per Prefidente un Diacono , a cui fpettava il go« verno e la diftribuzione delle Limofine: che tale anche fu Pufizio de’ Diaconi nella primitiva Chiefa. Pertanto ogni qual volta preifo A nafta-fio nelle Vite de’Romani Pontefici, e preiTo Giovanni Diacono nelle Vite de’ VeScovi di Napoli s’incontra il nome di Diaconia3 fi dee intendere uno di quelli Luoghi desinati all’aiuto de’Poveri di varie Sorte, e regolati da qualche Diacono. Di tali officine della Criftiana MiSeri-cordia almen ventiquattro ne annoverava nel Suo circuito 0 ne’borghi la Regina delle Città Roma : tanta ivi era la Carità . Il Du-Cange nella Giunta al GloSs. Latino nel Tom. If. del GloSs* Greco rapporta dal Diurno Romano Cap. 7. Tir. \j. quelle parole : Sed Jjìfpenfator , qui prò tempore fuerit in ectdem venerabili Diaconia, prò remi/ fione peccatorum noflrorum omnes Diaconites & Pauperes Chrìfli, qui inibì conveniunt, Rine eleyfon exclamare fiudcant. Ed interpreta la voce Dia-connes : Pauperes, qui in Diacomis alebantur . Non afl'ai rettamente a mio credere. Altro non furono i Diaconni, Se non i Minili» ed Ufiziali della Diaconia, cioè coloro, che Sotto il Diacono ricevevano gli alimenti, e dilpenSavano le Limofin-a alla povera gente. Ecco ciò, che iì legge ia*