[io.ri. 19] Al Consiglio Supremo di guerra 271 presidente inglese Sifton e mi affretto al ministero della guerra. Trovo che vi si discutono le nuove condizioni di armistizio da imporre ai tedeschi, e si vuole il mio parere, con quello degli altri maggiori delegati economici, sull’utilizzazione della flotta mercantile germanica che i tedeschi rifiutano agli alleati, adoperandola per proprio conto con noli bassissimi. Si vuole anche trovare il mezzo di far osservare ai tedeschi le vecchie e le nuove condizioni di armistizio, alle quali cercano continuamente di sfuggire e spesso effettivamente sfuggono. Il Consiglio è irritatissimo contro gli ex nemici, anche per il fiero discorso di Ebert alla costituente di Weimar. È chiaro che la Germania resisterà con ogni mezzo, non sentendosi vinta e proclamandosi vittima. Gli Alleati:, specialmente i francesi, ne sono molto preoccupati. Se i tedeschi rifiutassero di trattare la pace, tutto il lavoro della conferenza sarebbe distrutto, onde bisogna mantenere agli Alleati quella indiscutibile forza e supremazia che avevano al momento della vittoria. Due tendenze sono però state finora in contrasto nel Consiglio di guerra. Da una parte Wilson e gli americani si sono finora mostrati propensi a dare il più ampio credito allo spirito democratico della Germania ed a trovare i lati che permettano una visione ottimistica della situazione. Wilson vorrebbe credere nella sincerità di quelle dichiarazioni che Ebert ha fatto ieri l’altro all’Assemblea costituente di Weimar, e di fronte alla richiesta inglese e francese di costringere la Germania a ridurre i suoi armamenti, è riuscito a far chiedere alla Germania stessa quali armamenti possieda, per concretare sulla sua risposta la richiesta degli Alleati. Ma d’altra parte Balfour ritiene che i tedeschi mentiranno e Glemenceau ha appoggiato energicamente questo punto di vista: « Ils nous ont toujours menti, ils nous mentiront toujours ». Oggi le due tendenze sono venute in vivace contrasto. Oggi sappiamo che la Germania rifiuta di consegnare un buon numero di sottomarini ancora in costruzione, e rifiuta