16 Dissertazione gli antichi furono appellati Cyclici Poeta. Imperciocché iìccfime preflb gli antichi Galli i Bardi cantavano alla Lira le imprefe de i loro Regnanti e di altri iniìgni perfonaggi, tanto in guerra, che alle menfe, come lcrive Diodoro nel Lib. V. e fi porrebbe moilrare praticato lo llef-fò da i Greci e Romani : così preflb i Barbari fon da mettere nel catalogo de’ Cantambanchi anche i Poeti popolari : giacché d’ eiii non mancò giammai la razza, come anche oggidì fi vede. La Cannone d’ Orlando, o fia Cantilena Rolandi fu fpecialmente in ufo : alla qual voce è da vedere il Du-Cange nel GloPario Latino. Penfa egli, che quella folamen-te fi ufaiTe avanti le battaglie , per accendere gli animi de’ foldati coll’ efempio de gli antichi Eroi alla bravura . Sono io di parere , che anche nelle piazze fi cantalTero le favolofe imprefe di Orlando. Nella Cronica MSta di Milano, che un certo Anonimo compilò da altre Croniche precedenti, è defcritto l’antico Teatro de’Milaneiì, fuper quo Hifìriones cantal ant, fìcut modo cantantur-de Rolando & Oliverio . Finito cantu Bufoni & Mimi in ciiharis pulfabant, & decenti mota lorporis fe circumvolv ebani. Preffo il Ghirardacci nella Storia di Bologna all’Anno 1288. è rammentato un Decreto di quel Comune : Ut Cantatores Francigenorum in p/aieis Communis ad cantandum omnìtio morati non pojjlnt . Colle quali parole fembra verifimile , che fieno dìfegnati i Cantatori delle Favole Romanze, che fpezialmente dalla Francia erano portate in Italia. Quel che più è da ofTervare, quelle Cantilene in verfo non furono inv enziom de’ Secoli barbarici, ma da gli antichi Secoli paiTarono di mano in mano ne’ fuiT^uenti. Ariilofane in Avib. parla di una velie da darfi ad un Poeta , perchè avea ben cantate le lodi di una Città. Per teilimonianza ancora di Marziale , in Roma fi praticò di regalare i Poeti con veili nuove. E Santo Agoilino Traél. 100. Cap. 2. in Johann, fcrive : doiare res fuas Hiflrionibus , vitium efl immane , non virtus -, & fciiis de taiibus , quftm Jit frequens fama cum laude . Ufarono anche gli Arabi di regalare con fomi-glianti doni i loro Poeti, animati a ciò dal loro falfo Profeta Maometto, il quale rimunerò col fuo mantello il Poeta Caabo . Forfè da loro paf-sò in Italia e Francia queflo rito. Col nome di Mimi ancora pare che foiFero difegnati coloro, che impararono dagli antichi d’imitare le azioni delle perfone plebee per ifvegliare il rifo de gli uditori, formando Commedie per lo più non fecondo le regole, ma con ellemporaneo difcorfo . Però il Salmafio fopra Solino Cap. V. così fcrive: Et fané quas liodie agunt & vocant Itali Comcedias , Mimi funt & Planipedes verius quam Comoidìce. Perfonas tantum habent ex Comczdia . Non parla il Salmafio delle Commedie .regolatamente formate , delle quali una grandiffima copia da due Secoli in qua ha dato l’Italia , come in un fuo Trattato dell’ Origin. delle Commedie in Franzefe ha fatto vedere Luigi Riccoboni, eekbts C0.mi.c0 de’ noitri tempi fono nome di Lelio : ma bensì di quelle bui-