546 Dissertazione: in quello à'Ova. Ma Paolo aflài fa intendere, che a’ fuoi giorni erano mutati i coilumi de’ Longobardi, e molto più quello fi comprende, dal narrare Anailafio Bibliotecario nella Vita di Gregorio III. Papa, che regnante il Re Liutprando, molti Nobili Romani iì tofavano e veftiva* no more Langob ardo rum. Per altro è noto , che i Longobardi e i Goti nudrivano la barba: e quella fi oiTerva nell’effigie del fuddetto Aufre-do. Della capigliatura de’Franchi il vuol udire Agatia nel Lib. I. de Bello Gothico. Mos eft, die’egli, Francorum Regibus tonderi nunquam , fed a pueris comam alere , quee pulchre impendet humeris, etiam frontis crinibus dividuis , & in utramque fe fpargentibus partem &c. Idque apud illos Regi ce gentis inflgne, decusque e fi, quiim. privati in Orbem Tonderi foleant, neque promittere capillum pnantur . Anche Gregorio Turonenfe Lib. III. Cap. i 8. della Storia fcrive : Habito concilio pertraclan oportet, quod de his ( cioè de’Fanciulli Regj ) fieri debeat: utrum incifa ex farie, ut rtliq.ua Plebs , ha-beantur. Però non mancherebbe ragione a chi ne’Sigilli fuddetti credef-fe di trovar de gli uomini Franchi. Certamente non appartengono effi a perfone Romane , ma bensì a Settentrionali , e Nobili: del che fanno pruova gli ileffi Sigilli d’ oro, e il vedere nella velie di Aufredo Clavi per ornamento. Non furono i Clavi bolle di vetro, come immaginò il Gutherio Lib. III. Cap. 17. de Officiis Domus Aug. ma ornamenti di porpora o d’ oro a guifa di fiori cuciti o inteffuti nelle tele delle vefli . Dissi prerogativa de’ Nobili, tanto Romani, che Goti, Longobardi, e Franchi non folamente l’ ufar Anelli, ma anche lo fcolpire in effi la loro effigie. Ufavano i Romani di baila sfera in luogo di Sigillo l’imprimere il loro nome in una tavoletta o di legno , o di metallo . Noi la chiamiamo Stampiglia. Due Anelli di bronzo co i nomi FORTVNI-VS e VITALIS diede alla luce il Canonico Boldetti Lib. II. Cap. 14. de Coemet. Martyr. Ho anch’io avuto fotto gli occhi alcune tavolette, fatte a guifa d’Anello , e ne ho anche pubblicata la figura. Furono di due forte . Cioè alcune erano adoperate per formar le fottoferizioni , non fapendo fcrivere, ed altre perchè confermaiTero la fede delle Carte , coinè fi fa co’ Sigilli. £ ciò praticarono talvolta i medefimi Principi , inducendo inchioilro lopra le Lettere o fcavate o di rilievo nella lamina . Di Giuilino I. Augufto così fcrive Procopio : Lignece tabellce per-politee formarti quatuor Literarum, quee legi Latine poffent, incidendam curarli , eaque libello impofita, calamum colore inibutum , qui fcribere mos ejl Imperatoribus , huic Princìpi iraòebant in rr.anum . E qui mi fia lecito di proporre un mio fofpetto . Veggonfi i Monogrammi de gli Auguili e Regi continuati da’tempi di Carlo Magno per qualche Secolo da’lor SucceiTon ( eifendo per altro più antico l’ufo di effi Monogrammi ); e quelli Cervivano una volta per fottoferizione , contenendo in fatti in compendio il nome di que’Monarchi. Molti ne ho offervato, che paiono