684 ¿Memorandum alleato all'Italia [l. VII. 19] e le logiche conseguenze degli avvenimenti storici più recenti. Costituisce una vera requisitoria contro il Governo dell’Italia, reo di avere difeso i sacrosanti diritti che le derivano dai solenni impegni assunti dalla Gran Bretagna e dalla Francia e dalla guerra combattuta per liberare tutti i propri confratelli, gementi sotto il giogo e sotto gli insulti di razze meno civili della nostra. Pare veramente impossibile che un francese abbia potuto firmare il memorandum; abbia potuto cosi dimenticare tutti i vincoli che legano da venti secoli i due grandi Paesi latini e tutto il sangue versato in comune su cento campi di battaglia. Pare veramente impossibile che proprio Lloyd George, assertore in tanti pubblici discorsi delle benemerenze dell’Italia verso gli Alleati, verso la civiltà, verso il mondo, che proprio Lloyd George abbia potuto acconsentire ad alterare la verità, a rinnegare la firma britannica per soddisfare risentimenti meschini ed interessi materiali che contrastano con ogni spirito di giustizia e di umanità. Sostanzialmente Clemenceau e Lloyd George, d’accordo e forse su istigazione di Wilson, minacciano di isolamento e di fame l’Italia se la nuova delegazione italiana osasse mantenere la resistenza che ha loro opposta la delegazione Orlando (1). Tittoni fu ieri talmente impressionato dalla lettura del documento, che ci fece considerare la possibilità di un secondo e definitivo ritiro della delegazione italiana dalla conferenza. Scialoja e De Martino lo hanno calmato, e oggi tutti assieme abbiamo fissato la linea di condotta da opporre alla mossa alleata. Abbiamo deciso cioè: di non parlare con alcuno del memorandum ricevuto, d’iniziare subito i contatti personali fra Tittoni, Clemenceau, Lloyd George e Lansing, di fare a voce in colloqui separati le (1) Vedasi documento n. 57.