i8 Farina dagli inglesi [5.XH.17] « Mori Président », rispondo, « voilà trois semaines que je irìefforce à vous convaincre tous de Vurgen.ce de nos besoins, et personne ne voulait me croire. Maintenant voilà la preuve. » « C’est bien. Il faut vous aider à tout prix. Allez chez Foch. Je vais lui télcphoner. » E mi licenzia. Vado allo Stato Maggiore, Place des Invalides. Mi riceve Weygand sottocapo di stato maggiore generale, il vice Foch. Discutiamo lungamente, telefona, conclude che l’esercito francese non ha farina abbastanza per se stesso. Mi manda alla rappresentanza in Parigi dello stato maggiore inglese. Per fortuna è ancora a Parigi il generale Wilson. Questi si immedesima subito della nostra situazione: « All right, I toill sendyou ten thousand tons of ivheat from my stocks ». — « No wheat, generai, we need fiower. No time to mule. » — « All right. » (1). Pongo in contatto con le autorità inglesi il tenente Laz-zarini che dirige tutti i nostri trasporti militari in Francia. 5 Dicembre. Ho visto i ministri francesi Loucheur, Clémentel, Tardieu. Ho visto Lord Robert Cecil, Crosby, Cosby (2). Tutti mi ascoltano con intensa attenzione. Il telegramma di Alfieri ha raggiunto il migliore effetto. L’impressione è enorme. Convince tutti. L’atmosfera è finalmente cambiata. Attolico parte per Londra, dove è certo di far accettare le basi del nostro programma da Beale. 6 Dicembre. Si stanno preparando decine di treni direttissimi. Cominciano subito a partire le diecimila tonnellate di farina da Calais per Verona. Ed io parto per Milano e Roma tirando un gran respiro. (1) « Sta bene, vi manderò diecimila tonnellate di grano dalle mie scorte. »— « Non grano, generale, ma farina. Non abbiamo più il tempo per macinare il grano. » — « Sta bene. » (2) Crosby: delegato americano per la finanza; Cosby: delegato americano per gli approvvigionamenti.