[28.x. 18] Passaggio del Piave pini « Verona », questo al comando di mio fratello Daniele, noto nell’esercito per la sua disperata audacia. Partito nel 1915 semplice soldato volontario, oggi, in seguito a varie promozioni per merito di guerra, comanda un eroico battaglione. Alle 14V2 Consiglio dei ministri. Si discutono molte questioni nella previsione che Orlando e Sonnino partano per Parigi onde prendere parte a un Consiglio di guerra che deve essere decisivo circa le proposte di armistizio. Wilson vi sarà rappresentato dal colonnello House e dall’ammiraglio Benson. Orlando non dice motto sulla nostra offensiva in corso. È preoccupato. Il Kaiser ha accettato le dimissioni di Ludendorff, che fa la fine di Moltke dopo la battaglia della Marna e di Falkenhayn dopo l’offensiva di Verdun. Idoli infranti. 28 Ottobre. Lavoro intenso per lo spostamento dei depositi di tutte le derrate e per l’approvvigionamento del caffè. Alle 17,30 vado da Orlando. Mi comunica che le prime tre giornate della nostra grande offensiva nel settore del Grappa, che è tuttora in pieno sviluppo, hanno incontrato durissima resistenza. Gli austriaci si battono come leoni. Anche nel settore del Piave, dove l’azione è cominciata la sera del 26, il fiume in piena ha travolto quasi tutti i ponti gettati dal nostro genio per attraversarli. Gli elementi ci sono stati nemici. Ieri mattina tre teste di ponte erano formate dalle prime truppe giunte sulla riva sinistra, a Valdobbiadene, a Ser-naglia, alle Grave di Papadopoli. Oggi finalmente sono passati ottanta o novanta battaglioni. Gli assalti alle trincee nemiche sono vittoriosi. Orlando è in preda a viva emozione. A un tratto mi consegna una lettera di Nitti e mi dice: « Leggi », con accento di profonda amarezza. Leggo: ha la data d’oggi.