— 275 — tano una risorsa non trascurabile, come è certo che rappresentarono in passato, fin da epoca preellenica, quando le rive del lago erano punteggiate dagli insediamenti delle tribù tracie aborigene. Caratteristica di questi laghi, come dei Umani in genere, è l’esistenza di una corrente circolare che lambisce le sponde in senso contrario alle lancette di un orologio : le acque dolci dei fiumi, deviate verso destra al loro sbocco nel lago per effetto della rotazione terrestre, volgono alla foce marina lungo la sponda meridionale, su cui depositano solo una piccola quantità dei materiali solidi di cui son cariche e si versano in parte nell’Eusino. Il resto, rasentando la fronte interna del lido sabbioso che divide il lago dal mare, si dirige verso settentrione e corre con molto minor forza su quel lato (1), sì che il colmamento avviene qui in proporzioni maggiori che sull’altra spalla del bacino. Esiste poi, naturalmente, anche una corrente di scambio tra mare e lago attraverso il canale di scarico e ad essa è dovuto il fatto che le maggiori profondità si trovino di regola nell’interno di questo, immediatamente presso la foce. Tutt’altro' carattere ha invece il lago, o, come più spesso è chiamato, lo stagno di Anhialo, che un esile tramezzo sabbioso separa, presso la sua estremità meridionale, in due specchi d’acqua di ampiezza molto diversa, comunicanti per mezzo di un canale. In complesso, il bi*cino misura una lunghezza di circa 7 Km. da N. a S. *<1 una larghezza massima di 1,5 Km., che si restringe Aerso N. a qualche diecina di metri. L’area è di poco più (1) Cfr. Antipa (G) - Les bases biologiques de la Production des l’écheries dans la régiou nord-ouest de la Mer Noire, in « Rapporta et procès-verbaux des réunions de la Commission Internationale pour l’éxploration scientifique de la Mer Mediterranée » VI (1931), pp. 362 e tegnenti. 18