— 309 — tero attingere un tempo grande sviluppo nel dominio medioeuropeo, dove si spingono ancora fino a 800-1000 metri, in associazioni talora formate di una o poche essenze e consociandosi spesso a Q. cerris e Q. robur, che sono le due specie più diffuse (di questa zona) in territorio bulgaro, Fraxinus excelsior, Tilia grandifolia, Populus tremula, Ulmus campestris, Fagus silvatica, F. orientalis, etc. mentre il sottobosco, di regola ben sviluppato, comprende Prunus spinosa, Corylus avellana, Ligustrum vulgare, Cornus mas, C. sanguinea, Cratae-gus monogyna, Sambueus nigra, Enonymus europaeus, Viburnum lontana e molte altre specie medioeuropee (1). E’ appena necessario far notare che i boschi che più hanno sofferto per la riduzione operata dalla mano dell’uomo sono appunto quelli della zona collinare, dove maggiore è stata la domanda di terra da mettere a coltura, più intenso il consumo di legname, più continui e gravi i danni prodotti dagli armenti e dal fuoco. Le conseguenze si possono riassumere ricordando che, secondo le statistiche bulgare, le diverse specie di quercia entrano solo per poco più di un terzo nel patrimonio boschivo delle latifoglie (2). Foreste ancora inviolate si conservano solo in pochissimi luoghi dello Stara Plani-na, dell’Osogovo e sopratutto dello Strandza e nella Bulgaria meridionale e orientale. In queste due ultime regioni il passaggio dal dominio medioeuropeo al Mediti) In linea generale queste associazioni boschive si sono conservate meglio ad E. che ad O., nella zona dello Stara planitia; nella Bulgaria meridionale più che in quella sudoccidentale. La fascia calcarea compresa fra Tundza e M. Nero ne conserva ancora begli esempi, anche a livelli relativamente bassi. (2) Di questo argomento occorrerà di parlare diffusamente altrove; per i dati accolti nel testo, cfr. Focarile, (A). - op. cit. pp. 90-2.