Documenti (n. 35) 111 Il differimento a martedì dell’inizio dei negoziati con i tedeschi è una specie di ultimatum a noi per intervenirvi; la convocazione degli austro-tedeschi ne è la sanzione e ci si dice cioè: se voi non sarete qui il 6, noi tratteremo senza di voi, non solo con i tedeschi, ma anche con gli austroungheresi. Due vie si offrono a noi: a) La resistenza assoluta dettata dall’offesa al nostro prestigio per essere efficiente dovrebbe condurci a qualche atto risolutivo con le conseguenze: rottura grave non solo con l’America, ma anche con gli alleati, decadenza assoluta del Patto di Londra, eliminazione dell’Italia da ogni possibile vantaggio in Asia Minore ed in Africa, guerra economica. Possiamo affrontare questa situazione con la certezza di uscirne vittoriosamente? Una capitolazione ed anche una insufficiente transazione dopo presa quella via sarebbe l’ultima umiliazione. b) Trattare subito un negoziato sulla base svolta dal Temfis, cioè provvisoria amministrazione di Fiume e tratto del golfo da parte della Società delle Nazioni, la quale avrebbe mandato preciso di costruire il nuovo porto entro un termine breve e di separare nel frattempo gli italiani dagli slavi; scaduto il termine, Fiume sarebbe attribuita allTtalia, se possibile senza plebiscito. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di consacrare fin da ora il diritto dell’Italia su Fiume; sembra quindi restare nel quadro del voto della Camera. Qualora il R. Governo ritenesse favorevole di considerazione la seconda ipotesi, ci permettiamo rilevare l’assoluta ristrettezza del tempo. Imperiali a tale proposito ricorda osservazione fattagli da Lloyd George il 23 aprile e da lui riferita ai delegati: « Se voi non sarete a Versailles con noi il Trattato di Londra se ne va ». Crespi - Imperiali - Bonin - Cellere - De Martino.