— 325 — si nella regione balcanica attraverso i vari periodi geologici non possono tuttavia non aver esercitato la loro influenza anche sul popolamento faunistico. Oltre le circostanze già messe in evidenza per quanto riguarda le associazioni vegetali, è da ricordare qui che l’attuale popolamento faunistico europeo è in sostanza legato a due grandi immigrazioni che provennero l’una da oriente (Asia minore), l’altra da nord (Siberia). Di queste, la prima ebbe, a quel che pare (1), conseguenze senza confronto più durature e profonde, sia pel continente europeo in genere, sia per la ragione balcanica in specie, attese le determinanti geografiche d’altra natura su cui abbiamo già più volte insistito. La via seguita da tale immigrazione, che interessò, oltre i grossi mammiferi, molte specie di uccelli, di rettili, di anfìbi, etc., dovette essere quella dell’antica Egeide, come mostra la stessa discontinuità che si riscontra nella distribuzione di alcune specie vegetali e animali; il movimento ebbe inizio con ogni probabilità nel neogene inferiore e si continuò senza dubbio per tutto il pliocene. Le fasi glaciali ebbero poi anche qui effetti analoghi a quelli prodotti in tutto il bacino mediterraneo, e conclusi, in sostanza, con la definitiva scomparsa o la graduale riduzione delle specie adatte al clima tropicale o subtropicale dominante nel mio-pliocene. Le oscillazioni infraglaciali e postglaciali condussero ad una parziale ripresa, che sembra si continui, delle forme xerotermiche, in perfetto parallelismo con quanto abbiamo notato a proposito della vegetazione (2). (1) E’ opinione dello Scharff, la coi conoscenza debbo al Tuhrill (W. B). - op. cit., p. 309. (2) Oltre che lo Scharff (R. F). - op. cit., pp. 364 e segg. è da vedere qni Zschokke (F.) • Die Beziechung der mitteleuropäischen