— 58 — il triassico l’ampiezza del nucleo continentale si vien riducendo, fino a lasciar scoperte solo piccole strisele di territorio, in corrispondenza degli attuali distretti montuosi ad occidente della Marica. Tale condizione accenna a modificarsi, come sembra, dal trias medio al neogiurassico: quest’ultimo orizzonte, che appartiene in pieno alla provincia mediterranea, è rappresentato localmente (Bulgaria di SO) da deposizioni orizzontali poggiate in discordanza sugli scisti verdi del paleozoico, in modo analogo a quanto si nota nella zona di contatto (Vardar) fra il massiccio balcanico sud occidentale e l’area dina-ricc-ellenica. Condizioni di giacimento e di morfologia mostrano chiaro che durante il giurassico dovette prodursi un sollevamento almeno parziale della regione, contemporaneo, secondo ogni probabilità, alla fase cim-merica, e caratterizzato da cospicue irruzioni di materiali magmatici. Al sollevamento seguì un lungo periodo erosivo, che condusse al quasi completo appianamento delle zolle emerse di sullo zoccolo cristallino-paleozoico. Comunque, se anche queste risultarono temporaneamente alquanto ampliate in confronto dell’aera occupata dorante il trias medio, già nel giurassico superiore e nel-l’infracretaceo s’inizia la grande trasgressione marina, che sommerge quasi tutta la Bulgaria, assumendo anche qui la sua massima estensione durante il senoniano. Il cretaceo è perciò largamente rappresentato; anzi, come ampiezza, non la cede se non ai terreni arcaico-paleo-zoici, dilatando dal Timok al Mar Nero e dal Danubio al nano i morbidi ondeggiamenti delle rocce marnose e argillose. Il contrasto è ben visibile, dove queste varietà litologiche entrano in contatto. Net citato caso della gola dell’Iskàr, salta agli occhi la differente topografia della zona calcara» e di quella argilloscistosa del dogger non lungi da Lakatnik.