O8.V.19] Vantaggi dell’accordo 611 non può essere che un italiano), da un francese e da uno jugoslavo. Il plebiscito dovrà annetterlo all’Italia entro quindici anni. Intanto non vi saranno né imposte statali né servizio militare. Sarà un paese felice, che potrà dedicare tutte le sue risorse al proprio sviluppo, colla certezza di avere tutto l’appoggio dell’Italia per le sue migliori fortune. Poiché la città, e perciò tutta la parte intellettuale della popolazione, è di italianissimi sentimenti, è evidente che attrarrà nella propria orbita sentimentale anche il territorio. Gli abitanti della campagna più ostinati nel loro slavismo potranno, volendo, trapiantarsi altrove. Circa la Dalmazia, manteniamo Zara e Sebenico. Non si sarebbe ceduto, in più del trattato di Londra, che una parte di costa e di campagna assolutamente slava e perciò costantemente ribelle. Sebenico, secondo le attuali informazioni, non ha che una minoranza italiana. Circa le isole, abbiamo tutte quelle assegnateci dal trattato di Londra, meno Pago, che è quasi un’appendice della terraferma slava e non ha niente di italiano. Circa l’Albania, abbiamo un notevole acquisto, e cioè il mandato invece che la semplice rappresentanza diplomatica. Di fatto l’Albania diventerebbe un protettorato italiano. Nessuno ci contesta il possesso di Valona, che è implicitamente confermato. In più abbiamo risolto a favore dell’Italia ogni questione di confine coll’Austria, annettendoci, oltre Tarvisio, anche il territorio di Bistrizza, che è quella parte della zona di Ass-ling alla quale giustamente tiene tanto Sonnino; le ferrovie fra l’Italia e l’Austria non avranno intoppi jugoslavi. Nelle circostanze attuali è assolutamente impossibile ottenere di più. 28 Maggio. La mattina per tempo viene da me Barzilai: riesamina l’accordo di questa notte e ne è ancora soddisfattissimo. Conveniamo di mantenere con tutti quell’assoluto segreto, che è indispensabile al successo.