— 89 — non deve illudere. Si tratta in realtà piuttosto di boscaglia cbe di bosco, e di una boscaglia così arsiccia, che l’epiteto si giustifica solo pel contrasto ch’essa segna verso le zone finitime, ancora più aride e prive affatto di alberi. La regione s’inarca a S., nella sua parte mediana, in corrispondenza ad un gruppo di poco accentuate gibbosità, che assumono tuttavia importanza, ad onta della loro modesta altitudine (187 m. a NO. di Mirhanli; 497 nel Fisek, che forma il collegamento con le ultime propaggini delle catene balcaniche), perchè costituiscono un nodo idrografico, dal quale le correnti irradiano in ogni direzione (verso N., E. e NE. tuttavia i solchi vallivi non convogliano acqua in ogni stagione). La frontiera politica voluta dal trattatoi di Berlino, spezzando l’unità del Deli Orman, ha fatto sì che la porzione romena, accresciutasi ancora dopo le guerre balcaniche, venisse compresa anch’essa nel nome di Dobrugia : in tal modo si alterarono le accezioni dei due toponimi, spostando assai verso N. i confini del Deli Orman. Dal punto di vista morfologico i caratteri di questa zona si continuano per lungo tratto* oltre l’attuale confine bulgaro-romeno: volendb riconoscere anche alla Dobrugia una netta individualità come regione naturale, occorre risalire a N. di questo, tra il Mar Nero e il gomito che il gran fiume disegna appena a monte di Cernavoda. Un ampio e profondo solco interrompe nettamente il molle ondeggiare del piano : di qui passa la ferrovia che congiunge Bucarest al porto di Costanza, poco lungi il famoso vallo di Traiano, lungo il quale si stende ancor oggi tutto un cordone di opere difensive. Il significato è chiaro: «cette dernière [deli] dénomination a été donnée à cette rivière parce qu’elle est sujette à grossir subitament lorsque de« nuages viennent se décharger sur le Balkan d’Islivné ¡Sliven] dont elle reçoit toutes les eaux»; BouÉ (A.), Recueil cit., I, p. 120.