432 La jnecedenza alla questione adriatica [i6.rv.ig] vard des Italiens. Passeggiavo come il solito con i miei amici e collaboratori, prof. Rondoni, comm. Stobbia e ing. Mosca. Il boulevard era invaso da soldati americani, che passeggiavano schiamazzando con donnine al braccio. Molti di questi giovanottoni dalla divisa kaki elegante, dal cappello rotondo a tese diritte, sempre muniti di pistola automatica, avevano ciascuno due donne in compagnia, una per braccio, e facevano doppio baccano. A un tratto abbiamo visto una donna litigare col sol-datone che se la stringeva accanto, dare uno strappo, liberarsi dalla stretta, e fuggire verso Faubourg Montmar-tre. Con gesto fulmineo l’americano ha cavato dalla guaina la pistola automatica, è saltato addosso alla fuggitiva e le ha scaricato a bruciapelo tre colpi, che l’hanno stesa esanime al suolo. Dopo un momentaneo fuggi fuggi generale, sono accorsi i sergents de ville che hanno arrestato l’assassino, e rapidamente hanno posto in un taxi il corpo della vittima. Da ogni parte di Francia si levano sempre più forti proteste contro la condotta dei soldati americani. In verità gli americani tornati dal fronte hanno letteralmente invaso la Francia, e alcuni di questi abituati alla vita sfrenata delle praterie commettono incredibili prepotenze. Ma i giornali stanno zitti, evidentemente per ordini superiori. 16 Aprile. I giornali riportano una dichiarazione: ufficiale del Presidente Wilson, nella quale, riferendosi all’invito fatto ai tedeschi di trovarsi a Parigi il 25 aprile, assicura che le questioni non ancora risolte sono in corso di studio ed afferma: « Si spera che le questioni che riguardano direttamente l’Italia, e specialmente il problema adriatico, saranno prontamente risolte. Quanto alla questione dell’Adriatico, essa avrà per il momento la precedenza su tutte le altre questioni, e sarà studiata senza interruzione per affrettarne la soluzione ».