— 40 — Danubio manca, a voler essere precisi, d’un suo punto debole, dove, press’a poco in corrispondenza al 28° E. Greenwich, s inarca in modo da mutare la direzione, fino ad allora sostanzialmente parallela al crinale dei Balcani, in quella S.-N., che il fiume mantiene sino a Galati : l’allungato quadrilatero che ne risulta, fra l’ampio delta del Danubio, la Balta, il Mar Nero e la regione boscosa del Deli Orman rappresenta una tipica zona di transizione dal tavolato cretaceo della Bulgaria settentrionale alla steppa valacca, e, attraverso questa, dalla pianura pontica alla podolica; zona di transizione in cui le facili mescolanze etniche hanno finito col determinare un focolaio di attriti del tutto analogo a quelli che l’ancor più accentuata indeterminatezza dei confini doveva mantener vivi ad occidente ed a mezzogiorno, in Macedonia ed in Tracia. Mentre così la Dobrugia appar destinata a segnare, anche per altri caratteri fisici, il passaggio ai territori dell’Europa orientale, il vasto bacino della Marica fa sì che le influenze mediterranee penetrino abbastanza profondamente addentro alla massa continentale balcanica, mostrandosi ancora più evidenti, come vedremo, proprio al piede e nella zona mediana dello Stara Planina, che ricorda a sua volta, per molti rispetti, il paesaggio tipico dell’Europa centrale. Infine l’accidentata zona macedone, pur sembrando piuttosto impedire che favorire un’espansione da E. verso 0. nel senso dei paralleli, ossia, in altri termini, dal Mar Nero verso l’Adriatico, accenna chiaramente almeno due direzioni meridiane, del pari agevoli, l’una tendente anch’essa al Mediterraneo lungo il corso del Vardar, l’altra volta, con la Morava, al medio Danubio, ambedue costituenti quel- lo che a ragione è stato definito l’asse geografico di tutta la così delta penisola.