— 102 — Nella sua accezione più larga, è questo l’elemento orografico e morfologico più compatto ed elevato non pure della Bulgaria, ma di tutta la Balcania, e costituisce nell’insieme una vera barriera fra le regioni orientali, le occidentali e le centrali del regno, anche se le valli della Marica, dello Struma e del Mesta, che si aprono all’Egeo, penetrano profondamente verso N., dove il bacino superiore dell’Iskàr segna in certo modo una via naturale al tavolato danubiano. Il nucleo cristallino del massiccio venne interessato, insieme coi territori vicini, da movimenti orogenetici assai antichi, a cominciare almeno da un periodo anteriore al permico; ma rimase di poi quiescente, sembra fino all’eocene, sfuggendo in complesso alle trasgressioni paleozoiche e mesozoiche, come mostra la mancanza di deposizioni sedimentarie riferibili a questi orizzonti. E, d’altronde, l’orogenesi terziaria, se ha lasciato larga traccia nei potenti espandimenti trachitici e andesitici i quali hanno inettato la potente pila di assise primigenie e paleozoiche che rappresentano l’imbasamento di tutto il sistema, disturbando in modo evidente le deposizioni paleogeniche disposte lungo il suo margine orientale, non riuscì ad alterare l’unità originaria, esaurendosi in una serie di faglie e di rigetti che determinarono anche qui l’affondamento di bacini tettonici intermontani, ma che rappresentano, in sostanza, poco più che deforma- conquista ottomana, col che si spiegherebbe la riunione di due voci aventi origine evidentemente diversa. Si può notare che il nome Despoto Dag, ne conserva una più ristretta, indicando una breve catena (Dospat dag), cioè una parte sola dei Rodopi, precisamente come il nome Rodope fu in origine applicato a un distretto della Tracia, poi ad una delle sei provincia conquistate da Lucullo (72 a. C.) e infine anch’esso ad un gruppo montuoso a NO. dell’alta Mesta, fra questo fiume e la Marica.