— 96 — le influenze marittime, e molto invece quelle continentali : ristagno d’aria, temperature eccessive, forti escursioni diurne, brevi stagioni intermedie. Tuttavia al riparo come sono dai venti freddi del settentrione, e aperti ancora, almeno in parte, all’azione delle correnti che vengono dal Mediterraneo, con sufficiente abbondanza di acque in tutte le stagioni dell’anno, i loro ampi fondi alluvionali si prestano bene a varie colture, specialmente a quelle delle piante industriali (tabacco, cotone, canapa, colza, sesamo, girasole, papavero ecc.), degli alberi da frutta, del giardinaggio e sopratutto della vite, di colture cioè che non attecchiscono affatto o mostrano una limitata diffusione a N. dei Balcani. Talune di queste pianure, come il Tulovsko pole nel bacino di Ka-zanlak, godono larga notorietà per i loro campi di rose, che dàn vita ad una delle poche industrie nazionali destinate alla esportazione. TI paesaggio, dunque, vi assume un carattere del tutto diverso da quello delle zone pianeggianti a N. dei Balcani: lì ancora la steppa; qui, si può dire, già il mondo mediterraneo, se non con la sua luminosità, almeno con pari ricchezza e varietà di colori, con non minor rigoglio di vegetazione, con uguale evidenza di contrasti. Ma troppo grande lo sminuzzamento del paese, troppo piccole le sue cellule territoriali perchè si potesse di qui, evadendo l’angusta cerchia della vita locale, guardare alla opportunità ed ai bisogni di un organismo piii vasto. Per questa ragione mancò sempre e manca tuttora, non ostante le migliorate possibilità di comunicazione, un centro che riassuma in sè questa pretesa unità interbalcanica o subbalcanica che dir si voglia. Folklore e tipi di insediamento mostrano una sensibile divergenza di linee da Pirdop a Karlovo, da Ka-zanlak a Sliven. Nè il fatto che qui si sia potuto afler-