— 240 — Lom, scende all’8,3%o nel corso del Vit e ad appena l’l,5%o pel Russenski Lom (1). I valori poi si riducono sensibilmente non appena si esce dalla zona montana e collinare per scendere nel bassopiano vero e proprio, dove le pendenze restano sempre inferiori aH’l°/oo: perciò gli alvei si fanno via via più instabili, con tendenza a divagare in meandri. Per contro, nel corso medio e inferiore il carattere epigenetico del reticolo idrografico costringe i fiumi entro corridoi spesso angusti ed impervi, i quali rappresentano un serio ritardo alle comunicazioni e diminuiscono ad ogni modo il valore antropogeografico dei fiumi stessi come via di penetrazione dal basso piano all’interno. Generale è anche il contrasto, acuito localmente da faglie, fra le due sponde, piatta ed acclive la sinistra, sollevata ed erta la destra: l’attività erosiva e costruttiva delle correnti fluviali tende così a spostare a poco a poco gli alvei verso oriente, intaccando decisamente il lato in risalto e accumulando alluvioni sul lato opposto. Quanto alle portate, si oscilla in genere fra valori piuttosto modesti, inferiori anche, come di regola, a quelli dei nostri fiumi a parità di bacino e di lunghezza di corso : non meno accentuata è l’irregolarità dei deflussi, conseguente alla distribuzione delle pioggie, alla rapida formazione delle piene (il massimo delle precipitazioni coincide per lo più con la fusione delle nevi nelle zone più elevate dello Stara planina), alla costituzione litologica (permeabilità) della più parte dei bacini, ed all’intensità delle stesse perdite per evaporazione. Dove attraversano il bassopiano prossimo al Da- (1) La pendenza media dell’Iskàr (6,1 °/00), minore di quella del Vit che è più ad oriente, sta evidentemente in rapporto con la condizione tutta particolare che gli deriva dalla sua origine.