— 98 — Nero, la Marica volge decisamente il suo corso a mezzodì, continuando il solco segnato dal Tundra, ed apre sul litorale tracio il bacino che il fitto reticolo degli affluenti dell’Ergene svasa largamente anche in direzione del Mar di Marinara. Il gruppo del S&rnena Gora e le alture di Ùirpan che lo continuano verso S. dividono la regione in due parti presso che uguali. Ad O. è la pianura di Filippo-poli (Plovdiv), occupata ancora nel miocene da un lago, che sfociava nel mare per la stretta di Harmanlii. Nel fondo della valle, che si solleva su ambedue le sponde a terrazze verso il suo margine montuoso, la Marica divaga lenta, serpeggiando fra rive basse e melmose, e sdoppia più volte il proprio letto, al pari dei tributari, attorno ad isole migranti. L’umida pianura offre, con la spessa coltre dei suoi sedimenti, un terreno adatto anche esso a più specie di prodotti. In luogo delle praterie e delle foreste, che ammantano le zone periferiche, dominano qui la vigna ed il gelso, il grano e il frutteto, il tabacco ed il mais, alternati in un paesaggio fresco e ridente, in cui spicca con caratteristica frequenza il largo frondeggiare di maestosi noceti (1). Più al centro, dove il bacino par quasi affogato nel groviglio delle correnti che confluiscono alla Marica, le larghe chiazze delle risaie interrompono a tratti il pingue verdeggiare del piano. La sua continuazione orientale, che può denomi- (1) Il noce è l’albero più caratteristico anche nei bacini subbalcanici occidentali, dove assume proporzioni maestose. Le descrizioni dei viaggiatori accennano spesso, naturalmente, a questo particolare, di bell’effetto decorativo; cfr. quella del Moltke, relativamente alla conca di Kazaulàk, riportata dallo Ischirkoff (A.), op. cit., I, pp. 62-63. La diffusione, una volta certo molto maggiore di oggi, è attestata dalla toponomastica (Orehovo, Orehovica., Riahovo ecc., molto frequenti).