— 90 — A S. domina pur sempre il rilievo calcareo, a N. sedimentazioni cretacee e cenozoiche appaiono solo come elemento accessorio sopra il massiccio zoccolo granitico-scistoso, sostanzialmente triassico, che- par quasi sbarrare il corso al Danubio. Ancora più povera d’acque del deli-Orman, la Dobrugia se ne distingue per le profonde incisioni che ne hanno frammentata l’originaria superficie. Queste incisioni sono ben riconoscibili special-mente nella parte prossima al Mar Nero, che è anche la più elevala; meno mosso, anche se ugualmente arido, si presenta per contro il lato volto al Danubio. Nessuna di iali valli è percorsa dia fiumi : solo i tratti terminali, periferici alla regione, sono inondati : verso O. da stagni e da paludi, di specchio variabile a seconda delle stagioni; lungo l’Eusino da laghi e lagune, in cui non sempre è riconoscibile la forma tipica del limati. Tenuto conto della loro posizione, Deli-Orman e Dobrugia formano come un lungo sprone che, staccatosi dal tronco del tavolato bulgaro,, si spinge verso l’Europa sud-orientale per congiungersi alla steppa valacca edl al piano inclinato con cui Bessarabia e Moldavia vengono anch’esse a morire sulla foce del Danubio; sprone che il gran fiume stacca però dai territori vicini, interponendo fra questo e quello, oltre alla massa delle sue acque, l’ampio lembo paludoso della baita, che lo accompagna senza interruzione nell’ultima parte del suo corso (]). Presa tra i due gomiti di questo, il Mar Nero e il (1‘) Oltre il magistrale scritto del Bratescu in Dobrogea, Cincizeci de ani de viatci romàneascà 1878-1928, Bucuresti, 1928 (pp. 3-75), è da vedere sulla Dobrugia il vecchio, ma lucido scritto del Peters (K.), Grund-litiien zur Geographie und Geologie der Dobrodscha, in « Denkschr. d. K. Akad. d. Wissensch. ». Mat-nat. kl. Wien, XXVII (1R67), pp. 152 « segg.