— 108 — \erso E. alle valli incassate e tortuose che incidono il massiccio alternano più o meno ampi bacini montani (Cepino, Stanimaka), zone prative e boschi di latifoglie, mentre l’altezza delle cime va sensibilmente decrescendo fino a deprimersi sotto i 600 m., dove la Marica riesce ad aprirsi il passaggio verso l’Egeo e le ultime digitazioni del massiccio si confondono nel tenue ondeggiamento collinare della conca terziaria di Has-kovo. Ad E. del Kara Balkan, che forma la spalla destra della gronda in cui corre il Kricini (o Vaca) — una delle valli più caratteristicamente isolate e selvagge dei Rodopi (1) — queste digitazioni si dispongono non più seguendo, come nel settore occidentale, un decorso prevalentemente meridiano, ma in senso parallelo aH’Arda; l’Arda, che tende alla Marica da O. in E., o*ssia al modo dei Balcani, e taglia così in due questa estrema ala orientale del massiccio. Ad E. deposizioni sedimentarie del terziario superiore s’accompagnano, sul-Pimbasamento scistoso-cristallino, con masse eruttive (rioliti, andesiti, tufi) analoghe a quelle che, secondo s’è visto, si trovano un po’ dappertutto nei Rodopi occidentali. Per contro, a mezzodì gli sproni che corrono lungo l’odierno confine greco e segnano il displuvio fra l’Arda teressa tre cime più importanti son dette Karlik: quella cui ci richiamiamo nel testo è indicata spesso come Bataski K. [c> K. di Batak, a S. di Tatar Pazardzik], per distinguerla dal Cepelarski K. [da Cepelare, a S. di Plovdiv], che è più ad E. ed è anche più alto (m. 2173). Infine con lo stesso nome è indicato il punto più meridionale della frontiera greca (che è in pari tempo il più meridionale del regno); la cima (1900 m.) e il gruppo di cui fa parte sono, e forse meglio, conosciuti anche come Kartal dag o K. planica [carta austriaca 41« 43° Xanti] ; cfr. più sotto, nel testo. (1) Vedi su questa valle l’interessante scritto del Radev (Z.),Reka Vàca i n fin uhi dolina, Sofia, 1923 (Bibl. Vàia, n. 1).