— 181 — titativi press’a poco identici (l).^La sola divergenza di conto sta nel comportamento del gennajo, che a N. del- lo Stara planina è contrassegnato da una « punta » ben netta, mentre a S. rientra di regola nel periodo asciutto corrispondente al minimo invernale. Il clima di Sofia (2) realizza in certo modo un passaggio dal tipo continentale quasi puro di Vratca a questo dei bacini interni (Dupnica), con massimo secondario appena accennato in ottobre ed una leggera inflessione nei mesi di agosto-settembre. La stagione meno piovosa è anche qui l’invernale (13%), ma la più piovosa è l’estiva (32%), come a N. dei Balcani; manca tuttavia la caratteristica « punta » del gennajo, mentre il rapporto fra il massimo e la media annuale rimane considerevole (109%). L’alto bacino della Marica riproduce con poche modificazioni il tipo sublitoraneo proprio della maggior parte del territorio bulgaro. Così a Plovdiv, dove la piovosità scende a 521 mm. di media annua, si verificano i soliti due massimi primaverile (giugno) ed autunnale (novembre) coi due minimi corrispondenti in dicembre-febbrajo e settembre-ottobre; le precipitazioni estive rappresentano il 30% del totale di fronte al 19% delle invernali (3), ma il rapporto fra il massi- fi) A Dupnica 27% di primavera e d’estate, a Kjustendil 25% e 28% rispettivamente. (2) Le condizioni del clima di Sofia e del suo pole sono naturalmente assai meglio conosciute che quelle di qualunque altra località bulgara. Più che i vecchi saggi dello H a n n , dello Isirkov e del Kassner, è da vedere l’eccellente riassunto che lo stesso 11 i r -k o v premise al volume commemorativo Jubileina kniga na grad Sofija (1878-1928), Sofia, 1928, pp. 9 e segg., in fondo al quale si trovano copiose indicazioni bibliografiche. (3) Le altre due stagioni segnano quantitativi press’a poco uguali (26% in primavera, 25% d’autunno).