[io.vu.ig] Timori di mobilitazione jugoslava 707 Versailles perché stabilisca i limiti di armamento della Jugoslavia. Lansing mi fa osservare che ciascun alleato può vendere armi a un altro alleato e che egli non vedrebbe alcun inconveniente che armi americane andassero ad alleati. Replico che le circostanze sono eccezionali. Fra alleati si deve usare il riguardo di far conoscere le proprie intenzioni. Lansing mantiene il suo punto di vista, appoggiato da Cle-menceau, che però non può confutare i fatti che ho citati. Lansing chiede quanti uomini ha l’Italia sulla frontiera jugoslava. Risponde Cavallero: forse centomila. Io faccio notare che l’Italia ha smobilitato due classi più di quanto abbia fatto la Francia. Glemenceau insiste nel concetto che ogni alleato può liberamente fornire armi a un altro alleato, e finisce col chiedermi di mettere in iscritto il rapporto che ho esposto verbalmente. Acconsento. Si discute della richiesta fatta dalla Camera dei deputati francese per conoscere i verbali della commissione della Società delle Nazioni; si delibera di sottoporre tale richiesta a Wilson, che è stato il presidente di tale commissione. Si discutono poi gli accordi di dettaglio con i tedeschi per l’occupazione dei territori renani da parte delle truppe americane, britanniche, francesi e belghe; la nuova avanzata delle truppe polacche in Lituania, contraria agli ordini del Consiglio Supremo; la convocazione dei bulgari per il loro trattato di pace, per il 25 luglio; il progetto di convenzione aerea fra le Nazioni europee. Il Consiglio termina tardi. Di ritorno all’albergo trovo cattive notizie dall’Italia. Il rincaro dei viveri è preso a pretesto di impressionanti agitazioni politiche. Ovunque scioperi, assalti ai negozi, conflitti sanguinosi. Nitti ha fatto ieri alla Camera l’esposizione del programma del Governo con molta abilità, ed è stato applaudito da tutti