272 Sfuriata di Foch [io.n.ig] di consegnare i piroscafi per il servizio di approvvigionamento. Rifiuta inoltre di ritirare le truppe concentrate contro la Polonia; impedisce con condizioni inaccettabili il passaggio dei soccorsi alleati alla Polonia da Danzica; procede attivamente a riformare il suo esercito; mantiene la fabbricazione delle armi e degli aeroplani ed assume un atteggiamento di arroganza intollerabile nelle relazioni coi delegati della commissione d’armistizio a Spa. Anche Wilson ha dovuto oggi ammettere di non poter tollerare che la rivoluzione germanica arrivi alla distruzione della vittoria. Egli era profondamente impressionato dalle dichiara-ni di Lord Robert Cecil e del maresciallo Foch. Ad un certo punto la scena è diventata tragica, perché il maresciallo Foch, pallidissimo e in preda a forte tremito nervoso, si è scagliato contro i diplomatici e contro gli stessi capi di Stato: « Moi, je cogne! » ha esclamato, « ma quando li avrò visti un’altra volta in ginocchio davanti a noi, ci vorrà un pezzo di carta da firmare, sul quale sia detto che cosa vogliamo. Lo sapete voi cosa volete? » Foch è veramente un grande soldato francese; è tutto passione patriottica ed anche umanitaria. Pronto alla strage necessaria, si capisce che non spargerà mai una goccia di sangue quando lo creda inutile. Questo suo temperamento ha giovato alla Germania, che lo ripaga di cattiva moneta ed eccita perciò la sua giusta collera. Finalmente tutti si mettono d’accordo per la nomina di una commissione tecnica che proponga entro 36 ore i mezzi economici e militari per porre fine all’arroganza tedesca. Io rappresento l’Italia in questa commissione assieme al generale Cavallero. Si arriverebbe a sospendere l’invio dei viveri ed a nuove occupazioni territoriali. Noi responsabili della distribuzione dei rifornimenti e delle materie prime, dobbiamo tenerci pronti alle misure che ci venissero comandate. Alle 18 vado col generale Cavallero agli Invalidi, nella sede del Comando Supremo francese, e rapidamente