170 Conflitto con Nitti [26.1x.18] coi miei ordinamenti che da tempo fanno ottima prova. È evidentemente un colpo mancino al mio dicastero, per far apparire il ministro del tesoro come il salvatore degli impiegati e procurargli popolarità. Io scatto violentemente e chiedo perché il ministro del tesoro si immischi nella materia di consumi, che è interamente a me affidata. Egli non ne ha né il diritto né la competenza. Pensi a procurare la divisa estera che gli alleati ci negano per colpa sua, e non legiferi contro ogni logica e contro ogni buon senso. Chiedere allo Stato di vendere a prezzi di costo agli impiegati vuol dire creare una lite per ogni vendita e gravare il mio ministero di tutte le spese di distribuzione. Nitti mi risponde sarcastico. Si accende un vivacissimo battibecco. Orlando e i colleghi mi danno ragione e si stabilisce che io riveda tutto il decreto assieme a Nitti e che un nuovo decreto sia presentato per iniziativa di entrambi. Dichiaro che in questo senso farò mettere subito allo studio la questione, e sottoporrò al ministro del tesoro le mie contro-proposte appena di ritorno dal mio prossimo viaggio a Londra per le sedute del Transport Council. Ciò avverrà fra otto giorni. Poi porteremo il progetto di decreto concordato fra noi a un nuovo Consiglio di ministri. Dopo il Consiglio dei ministri ho ricevuto il sindaco di Milano, aw. Caldara, il quale mi aveva scritto una lettera chiedendomi che il contingentamento per la città di Milano sia affidato direttamente al comune, e sia mantenuto distinto da quello per la provincia. Si fa una lunga discussione in proposito e mi riservo di comunicare la mia decisione dopo uno studio approfondito della questione. Non vorrei creare un precedente che potrebbe essere dannoso. Io sono convinto che il comune di Milano prowederebbe bene alla distribuzione dei viveri anche facendola diretta-mente, perché ho sempre trovato nel sindaco Caldara un ottimo collaboratore; ma non vorrei che altri comuni mi