628 Sfuriata di Lloyd George C4.v1.19] Il Presidente Wilson ha voluto sottoporre agli jugoslavi una sua proposta per Fiume, da costituirsi in città libera. La delegazione jugoslava ha controproposto: Fiume città libera sotto il controllo della Società delle Nazioni, ma da assegnarsi fra tre anni alla Jugoslavia. È chiaro che la delegazione jugoslava non acconsentirà mai a rinunciare a Fiume. Tale delegazione è il prodotto di tre nazionalismi esasperati. Essa sa di poter approfittare delle bizze, dei puntigli personali di Wilson e di avere forti appoggi in tutta la delegazione americana. 4 Giugno. Alle dieci sono con Lamont e Loucheur da Lloyd George. È la prima seduta del comitato nominato ieri. Si discute da capo tutto il problema delle riparazioni. Lamont ed io siamo favorevoli a fissare una cifra globale e ci siamo da un pezzo confidati che una cifra ragionevole dovrebbe trovarsi fra i 100 e i 150 miliardi di franchi oro. Pare che i tedeschi siano disposti a fissarla in cento miliardi. Ma né Lamont né io ci nascondiamo le difficoltà politiche di stabilire una cifra che ai Parlamenti ed alle popolazioni dell’Intesa sembrerebbe oggi assai bassa. Wilson è contrario a cambiare la formola già proposta ai tedeschi, perché vuol firmare al più presto e tornare al più presto in America. Stamane si elencano tutte le attività nemiche che potrebbero passare in possesso degli alleati in conto riparazioni. Quando si arriva a parlare delle flotte mercantili, io osservo che la flotta dei porti adriatici è proprietà dell’Italia. Lloyd George va su tutte le furie e mi fa una scenata, trattandomi da caparbio e da prepotente. È evidente che mi vuole spaventare, perché io ceda nelle trattative che egli ha per ora delegate a Hipwood, e che mi ha promesso di concludere personalmente. Io lascio che si sfoghi e poi lo guardo in faccia con un leggero sorriso. Egli capisce subito che ho capito, sorride anche lui e passa ad altro argomento.