356 Difesa del traffico italiano [18.1n.19] politica, perché le indicibili manovre jugoslave hanno acuito i sentimenti ed i risentimenti di tutti gli italiani, che sentono impegnato tutto il loro amor proprio e tutta la loro passione. Fiume è diventata una bandiera d’italianità. Alle 16 presiedo la commissione dei porti e apro la discussione su cinque articoli da inserire nei trattati di pace e concernenti le ferrovie sboccanti sull’Adriatico: articoli diretti ad impedire ogni possibilità di sabotaggio dei porti di Trieste, Fiume, Pola e Rovigno, a favore dei porti tedeschi del Nord ed eventualmente dei porti del basso Adriatico. L’Italia sostanzialmente chiede che le vecchie tariffe siano mantenute a favore dei porti adriatici, ed anche a favore delle importazioni in Italia di articoli basilari, come il carbone, la cellulosa, i concimi, i legnami e simili, e che la regolarità del traffico sia garantita. Chiede inoltre la costruzione della linea di congiungimento Malles-Landeck attraverso il passo di Resia, ripartendone equamente la spesa; la linea Gorizia-Tarvisio, il raddoppio della linea Tarvisio-Villach-Sankt Veit-Launsdorf ed il raccordo da LTntzmarkt a Selzthal. Trumbic si oppone alla discussione, sostenendo che nessun obbligo può essere imposto ai territori croati e sloveni. De Martino replica che se le questioni territoriali non sono ancora risolte, nulla impedisce che si precisino le opinioni della commissione su una questione tecnica. Trumbic insiste asserendo che i croati e gli sloveni non possono essere trattati da nemici, perché fanno parte del nuovo Regno tripartito da lui rappresentato. La discussione si prolunga vivace per tutta la seduta e cioè fino alle 19, quando infine taglio corto e pongo ai voti l’invio della proposta italiana, approvata in massima, a un comitato di delegati tecnici degli Stati interessati. Tornato all’albergo, ho appena il tempo di informare Orlando della nuova battaglia italo-jugoslava e di prendere il treno delle 20,45 per Modane e l’Italia.