374 Si forma il Consiglio dei Quattro [31.n1.19] compresa, all’Italia), e che Venizelos vuol allargare all’incredibile in contrasto con detti accordi. Venizelos affascina tutti, briga, traffica, va dappertutto, parla con tutti, dai capi di Governo ai più piccoli esperti. Sonnino non vede mai nessuno. Comunque sia, la conferenza si è scissa in un Consiglio Supremo, detto Consiglio dei Quattro, e in un Consiglio dei ministri degli esteri, detto Consiglio dei Cinque. Il primo si raduna due volte al giorno, giudica e manda. Trasmette quando gli pare e piace le questioni territoriali più imbrogliate ai cinque ministri degli esteri, che studiano e mandano a loro volta i loro giudicati di ritorno ai Quattro. Alle ore dodici, mentre stavo nel mio ufficio ad ascoltare i rapporti dei miei collaboratori economici, mi giunge una telefonata urgente dal palazzo Bischöfen, che è la nuova residenza di Wilson, ancora presso l’Étoile e non lungi dal palazzo Murat sua prima dimora. Personalmente Orlando m’invita a lasciare ogni altra occupazione ed a raggiungerlo immediatamente colà. Che cosa diavolo succede? Salto in automobile ed in un baleno sono al palazzo Bischöfen. Introdotto nel salone principale, mi trovo in presenza dei Big Four, che hanno l’aria terribilmente accigliata, e dei membri più influenti della commissione riparazioni. Per l’Italia sono presenti l’on. Eugenio Chiesa ed il comm. Mariano D’Amelio, seduti presso Orlando. Vicino a Wilson stanno il commissario finanziario Norman Davis, il presidente del War Trade Board, Vance Mac Cormick, Thomas Lamont, il grande finanziere socio di Pierpont Morgan, e Lansing, ministro degli esteri. Vicino a Lloyd George sono le atletiche figure di Lord Sumner of Irstone, lord giudice di appello, e di Lord Cunliffe, già governatore della Banca d’Inghilterra. Sono inoltre presenti l’on, Montagu, segretario di Stato per l’india, presidente