[14.1.18] Discorso a Milano 33 no, come ha promesso, ed incarica me di una conferenza staffetta. Mi preparo alla meno peggio e parto alle 20,50. 14 Gennaio. A Milano. Sono stanco. Riposo e rimugino il discorso. Alle 21 il Teatro Filodrammatici rigurgita di autorità convenute da tutta la Lombardia, di miei amici, di gente di ogni partito e di ogni classe. Sono accolto molto simpaticamente. Parlo per due ore sul tema « Vita di guerra ». Ricordo che nel mio viaggio in Germania nel 1915, quando ancora durava la neutralità, fui stupito nel constatare che una perfetta organizzazione era già ovunque in atto per la restrizione dei consumi. Già nel 1915 in Germania si viveva la vita di guerra, che tra noi da poco è attuata. Dimostro che però l’Italia, appena entrata in guerra, ha dato tosto il buon esempio agli Alleati, per merito del ministro Cavasola. Ricordo l’istituzione dell’ufficio degli approvvigionamenti, diretto da Vincenzo Giuffrida. A tale ufficio si uni poi il commissariato consumi diretto da Mo-randi, finché venne formato il commissariato approvvigionamenti e consumi presieduto dal deputato Canepa. Dimostro gli scopi e la necessità cosi dell’organizzazione italiana, come dell’organizzazione alleata, che sta estendendosi sempre più. Ricordo che in Germania il potere militare volle sovrapporsi al civile in fatto di distribuzione, e ne derivarono conseguenze disastrose per la popolazione. Cosi in Austria. Entrambi i popoli sono già alla fame, e la loro resistenza dovrà presto spezzarsi. Le nostre condizioni sono pure difficili, ma noi possiamo e dobbiamo resistere fino al nuovo raccolto. Se resisteremo vivremo. Pronuncio un vibrato appello per le massime restrizioni che sono indispensabili. Milano è la meta confessata delle armate nemiche, ma la vittoria nostra è sicura. In estate l’organizzazione alleata sarà perfetta. Dopo la vittoria si aprirà un’era di giustizia per il mondo. Chiudo ricordando che io sono deputato di Pontida, e come tale posso chiamare 3-