[14.n1.19] Ritorno di Wilson 349 le ragioni strategiche, affermando che la Jugoslavia è un popolo debole, che non può essere animato da sentimenti aggressivi. Afferma che l’Italia ha avuto torto di respingere l’arbitrato di Wilson offertole per risparmiarle la rinunzia al trattato di Londra. Più gentile di cosi... Si lamenta che le nuove provincie italiane siano ancora in mano ai generali e che non vi si sostituisca l’organizzazione civile, anche per preparare le prossime elezioni. Oggi ha avuto luogo un lungo colloquio al ministero della guerra fra Clemenceau, Orlando e Sonnino, sulle rivendicazioni italiane e per una linea di condotta comune tra Francia e Italia di fronte ad altre grosse questioni, come quella dell’annessione dell’Austria alla Germania. 14 Marzo. Dalle sette, lavoro nel mio studiolo, quando Orlando mi manda a chiamare. Trovo con lui Salandra, Barzilai e Macchi di Cellere, nostro ambasciatore a Washington. È giunta la spiacevole notizia che la tesoreria americana rifiuta di continuare i crediti all’Italia. Si discute lungamente come far fronte a cosi penosa situazione, che ha i suoi evidenti riflessi su tutta la nostra azione, anche politica. Orlando intratterrà Wilson su questo delicato argomento. Ho poi una lunga conferenza con Ciuffelli e con Pirelli per concordare la nostra azione nelle Commissioni economiche. Tutta la giornata è dedicata alla preparazione dei futuri lavori, anche in vista di un mio prossimo viaggio in Italia. A Bruxelles si sono iniziate le conferenze presiedute dall’ammiraglio Wemyss per la consegna della flotta mercantile tedesca e quindi pei rifornimenti di viveri alla Germania. Il Presidente Wilson è giunto ieri sera a Brest, dopo una tempestosa traversata; e stamane è arrivato a Parigi. Cosi la conferenza potrà da domani entrare nel suo periodo risolutivo. Ma già quest’oggi il Presidente Wilson ha avuto