[9-II.I9] Accordo finanziario italo-americano 269 mio colloquio con Wilson. Ne è soddisfattissimo e mi comunica che il nostro ministro del tesoro Stringher è già partito da Roma per venire a prospettare l’urgenza dell’aiuto finanziario, che per fortuna ho già virtualmente ieri ottenuto. Alle dieci riunione nel mio ufficio con De Martino e coi nostri esperti ferroviari per stabilire la nostra linea di condotta durante la discussione di domani alla Commissione per il regime internazionale dei porti, fiumi e ferrovie. Poi riunione per ottenere l’assegnazione all’Italia del bacino carbonifero di Eraclea, sul Mar Nero, nel quale prima della guerra lavoravano una società franco-italiana e una società tedesca. Le azioni di proprietà italiana sono in mano della Società Italiana per l’Oriente e indirettamente della Banca Commerciale. Ho invitato a colazione Sir John Beale, il direttore del Wheat Executive, e Attolico. Parliamo dei rifornimenti di cereali. Alle 14 è arrivato Stringher e alle 15 lo metto al corrente del colloquio con Wilson. Alle 16IL vado con lui e con Attolico a Palazzo Murat, dove ci ricevono gli incaricati di Wilson, Norman Davis e Strauss. Si discute fino alle 20 e si ottiene credito illimitato per tutto Panno per acquisto negli Stati Uniti di qualsiasi derrata alimentare; credito per parecchi mesi del nostro fabbisogno in cotoni degli Stati Uniti; e 25 milioni di dollari in valuta, da spendere liberamente nei paesi neutrali. Cosi finalmente si è aperta una nuova serie di accordi finanziari, che la diffidenza dei Governi americano e britannico verso Nitti aveva preclusi dal settembre scorso. Poiché il Governo britannico mi ha sempre dichiarato che avrebbe ripreso gli accordi al seguito degli Stati Uniti, si decide che Stringher vada subito a Londra per trattare con quella Tesoreria in base all’accordo odierno, e per un prestito di sei milioni di sterline. Il ministro americano degli esteri Lansing ha pubblicato