780 Documenti (n. 38) puro e semplice del Patto di Londra, se è offerto dai due alleati, viene nettamente negato dalla Potenza associata. Se, come è probabile, le due Potenze alleate rinnoveranno l’assicurazione di essere pronte all’integrale esecuzione del Patto di Londra, i signori ambasciatori faranno osservare che tale dichiarazione non basta per esaurire l’argomento e per costituire l’Italia in mora di accettare o rifiutare una tale offerta, poiché rimane sempre da determinare in qual modo l’offerta stessa possa essere tradotta praticamente in atto. L’Italia non si può evidentemente contentare, al momento della conclusione della pace, di una pura affermazione formale da parte delle due Potenze alleate; essa ha il diritto di chiedere e chiede che le si faccia conoscere in che modo questa assicurazione si tradurrà in una effettiva assegnazione di territori con la necessaria garanzia internazionale. La forma più perfetta di tale atto sarebbe l’adesione dell’America, ma ove questa adesione, come tutto fa credere, non fosse possibile di ottenere, rimarrebbe a sapere in quale maniera pratica gli alleati intendono garantire all’Italia l’assegnazione effettiva dei territori accennati. Se poi, nelle conversazioni suddette che gli ambasciatori sono autorizzati a condurre, riappaiono ancora una volta le possibilità della ricerca di-una soluzione conciliativa, i signori ambasciatori terranno come norma all’uopo le condizioni comunicate col telegramma N. 93 e per quanto riguarda Fiume cercheranno di poter discutere sopra una formula, la quale, allo stato delle cose, non importasse da parte dell’Italia una rinuncia: accettare l’offerta che la stessa città di Fiume ha fatto di annettersi all’Italia. Per spingere fino all’estremo il nostro spirito di conciliazione, i signori ambasciatori ammetteranno la ricerca di una formula che neppure importi l’immediata affermazione della sovranità italiana. La formula media potrebbe essere rappresentata dalla proposta fatta recentemente sul giornale Temps, la cui sostanza fu accennata nel recente colloquio fra il sig. Poincaré e il conte Bonin, secondo la quale la piena assegnazione di Fiume alla sovranità italiana sarebbe rinviata di qualche anno (da de-