C 1 N Q U A N T E S I M A S E C O N D A. le diffeniìom, non occorre ch’io lo rammenti. Però Ferrerò Storico Vicentino nel Lib. III. della fuá Cronica Tom. IX. Rer. Jtal. riguardò la gente Plebea, e i vili Artigiani, come inetti al pubblico Reggimento, anzi li de-teilò come troppo pernicioiì. Menta d’edere qui riferito ciò, ch’egli fcnffe della guerra imprudentemente molla dal Popolo Padovano a i Veneziani. Ad hcec plebi fata, così egli parla, vocali Junt Plebid Magifiratus, & inams Po• puh muliitudo, qui velut cefiuans dittabat Ímpetus, fien prorfus denfis vocibus clamitabani. Nempe vejaría, efi Vulgi lairanus opimo, quum imperite judrcium proferí de rebus incognitis. Quid emm huic curtí Virtute, cum Prudential Quid temperatum aut forte efi? Cendant Opifices, emantque merces fiord idas. Fa-bri incudes feriant, & ceteri illiberalium cultores Artium fuá lucra provi-deant: non fe gravibus optimisque Viris, quoties de Virtute agitur, fiolidi infiérante quod non intelligunt, difcutere no lint -y nec velut puiant, id bonum effe fateantur. Cosí Ferreto fcriveva circa il 1330. ben confapevole colía fperienza di quel che s’abbia a promettere ne’pubblici maneggi, e ne gli affari di gran momento, dall’ignoranza e temerità della pazza Plebe. Anche Albertino Muffato, contemporaneo di Ferreto, nel Lib. II. Rub. 2. de Gefi. Italie, nel riferire ridotto il Governo di Padova nel Popolo, fcrive : Ad Tribunos quidem, quos Gafialdiones vocitabant, omnia publica privataque judicia tranfiulere ; & hi omnes Opifices erant, & qui fior. didis commercus volutabantur. Hi forenfies , publicasque caujfas, fedentes , applaudentibus , hortantibusque Gibolengorum Demagogis , audiebant, judicto que gloriantes fi.nieba.nl. Ne’medefimi tempi, per quanto io vo coniet-turando , fiorì Fra Jacopo da Genova dell’Ordine de’ Predicatori, il quale fcriffe un Libro, confervato nella Biblioteca Eftenfe, de Ludo 5 chacho rum, o pure de Moribus hom'mum. Quivi nel Lib. II. Cap. i. così ferive: Populares difeant fuis officiis & Artibus intendere. Confila vero 6 Civitatis regimen , ac bellorum ordinem, Nobilibus permiitant trattare. Qualuer enim feiret confulere Popularis , qui numquam fiuduit circa confila ? Quale dabit confi li um , qui adhuc ignorai naiuram rei, Juper qua con-filium efi habendum ? Vacent ergo & intendant officiis aut mi ni fie ri is, qui-bus fune apti &c. Ma fi potrebbe dire : Adunque il Popolar Governo farà ftato un Caos, giacché entravano a configliare, anzi prevalevano ne’configli tefte sì fatte, prive non poche fiate di difcermmento e ragione, e con doverli ubbidire a i loro giudizj e fentenze. Adagio di grazia. Comunque accadeffero talvolta difordini in un Configli© Generale, dove i favj, e di gran lunga più numerofi ignoranti Cittadini concorrevano: pure dal Minor Configlio, cioè di Credenza, o Segreto, in cui fi trattavano e risolvevano i più importanti affari della Repubblica, per lo p ù non procedevano incomodi tali; perchè quello era formato dal Podeftà, e Capitano del Popolo, perfonaggi quali i'empre fcelti fra i più avveduti e prudenti. Collume ancora fu, che a tutte I 4 le