: 499 ANNOTAZIONI CRITICHE DELL’ ABATE GAETANO CENNI A quejlo Ter^o Tomo. m (*) p4g‘ io. Poco eruditamente s’ adduce qui Roma , ove fi vuol trattare delle Città Libere . Non perchè quelte non pr.-iideffero realmente efempio di governo dall'antica Repubblica Romana, ma perchè i Confoli de'tempi baili, i quali iì rammentano , nulla avean che far col governo, ed erano folamtnte luftro d'alcune famiglie. Falfo è poi , che folo nel leccio x. Foifer tai Confoli in Roma. Adriano Pontefice nell' ottavo fecolo rimale da bambino fotto la cura d’un fuo congiunto Vieodato dudum Confale Ù Duce , come (i legge prelfo A-nallafio feti. iyi. ), che fu poi elevato alla ragguardevol carica di Primicerio della Chiefa Romana. In tempo dello ite ilo Pontefice morì Leoninus Conful ¿r Dux , come infegna lo iief-fo Aurore, ( feti. 53 j. ) F. Adriano medeiimo in un' ambafdata fpjdita- a Carlo Magno mandò un Card. Diacono , e Tntodorum Etn mentiffimum Confulem ¿X Ducem , noflrumque nipote ni { Cod. Carol. ep. 69. ) Che però due lecoli più indietro abbiamo i Confoli in Roma. Egualmente falfo è, che a tempo di Berengario, che fu coronato Imperadore l'anno i>itf,*fofie un folo Confole in Roma, quali ne avelie avuto il governo . Perciocché oltre a quel poco Dominio che era rimalto a' Pontefici governavano allora i Duchi, e Maelhi de' foldati : benché india poco , cioè l'anno 9:8. per caufa di lieve affronto fatto ad Alberico figlio di Marozza da tigone Red’Itali.i fecondo maritc^della medelima , il popolo follevato rifvegliaffe 1’antico dominio de’ Confoli , ma con molta diverfità : poiché nel numero folamente uguagliavano i Confoli della Repubblica, ma nel Governo aveano per colleghi il Prefetto di Roma, e dodici Tribuni della- plebe rapprefentanti il Senato , che Decarconi fono appellati da Biondo „ Da tutrociò è palefe, che male a propofito fi parla de’ Confoli di Roma dovendo trattar del governo delle Città d’Italia, che li vendicarono in libertà ( Blond. Uifl, lib. z. dee. 1. Sigon. un. 918. ) (1) pag. 6). Quand’anche fia vero , che fi mercanteggiaflèro le Ville, Cartella, e Terre ; 1* efpre^one ha feaipre dell’empio, e meglio era dire:- lpezialmente concorrendovi il danaro» potentiifirno mezzo in sì fatti negozj. (?) PaS- 7°- Bifogna qr.ì rifovvenirfi , che quefto Federigo è il celebre Barbaroffa Duca di Svevia , non folo grande invafore degli Stati della S. Sede, ma fanatico a fegno , che fi credeva padrone di tutto'1 mondo. Ricevette egli la corona dell'imperio da Adriano IV. l’anno 1155. e celebrò l'anno 115 3.1 a gran dieta di Roncaglia, “ dove intervennero (dice 1’Autore negli Annali 1158.) tutti i Vefcovi , Principi e Confoli, e furono anche chiamati gli allora quattro famofi Lettori delle Leggi nello iludio di Bologna, cioè Bulgaro, Martino Gof-Jta , Jacopo, ed Ugcne da Porta Ravegnana.....Interrogati coltolo, di chi foffero le Regalie , cioè 1 Ducaci, i Marchefati, le Contee, i Confolati , le zecche , i dazj, le gabelle, i porti, mulini , le pefeagioni, ed altri fimili proventi: tutto tutto, gridarono que’ gran Dottori, è dell1 Imperadore „ . Profegue narrando, come cavalcando un dì 1’ Imperadore tra due di erti Bulgaro, e Martino „ dimandò loro, s’egli giuridicamente fo!Te padrone del mondo. 3, Rifpofe Bulgaro , che non ne era padrone quanto alla proprietà; ma il teftardo Martino ,, di (Te , che sì. Smontato poi 1’ Imperadore, donò ad erto Martino il palafreno, fu cui era „ liato . Laonde Bulgaro diffe poi quelle parole: Amifi equum , quia diiti aquum , qtwd non 3, fuit afuttm. Guadagnò ben Federigo con poca fatica il dominio di tutto il Mondo. 1Sa-„ rehbe prima llato da vedere, fe i Franzeli, Spagnuoli , Inglefi , e ftolto più fe i Greci, ' Peruani , i Cineii Scc. I’ intendelTero così . L’ Autore in quello luogo da sé me-oefimo fa l’intei^)retazioae agli llati della Chiefa , de’ quali dice qui invertito Guelfo IV. I’ anno 1151. quando Federigo era folamente Re di Germania, e niuna autorità avea nell'Italia . Inoltre ridendoiì della pretenfione di Federigo in Francia , Spagna , Inghilterra , gran porzio-dell'imperio Romano, fmembrate di erto da’ Barbari , di cui fece menzione fui bel principio della Differr. 45. e che pofeia divennero ottimi Cattolici; della picciola porzione 1 i 1 del