Q UARANTES1MAQU ARTA. 23 Battefimo, che i Donatici non peranche affatto elHnti pretendevano , che s’aveffe da replicare, quando non era miniftrato da loro. Contut-tociò io non trovai in quelio fcritto il fiorito e ben contornato itile di San Leone: di modo che non potei acquetarmi al titolo del Codice, e più tofto giudicai, che tale Opufcolo apparteneffe ad alctin altro de’Padri, che fiorirono nel Secolo V. della noitr’Era, o pure nel Quarto, ma fenza fapere individuarne alcuno . Altri efempli di titoli de’ Libri fi potrebbero recare; ma vo’tornare in cammino. Ancorché’molti fieno i meriti de'vecchi Italiani nell’aver mantenuto in Italia lo Audio de|ja Lingua Greca, come avvertimmo di Copra , tuttavia maggiormente in quello fi fegnalarono gl’ingegni Italiani lui fine del Secolo XIV. e vie più nel Secolo XV. perchè profittando eflì del commerzio de’Greci rifugiati in Italia, fecero qui rifiorire quella nobil Lingua, e fervirono di efempio a gli altri Regni dell’Europa per coltivarla con si felice fucceffo. Di più non ne dico, trattandoli di cofa, che ogni Letterato sa e confeffa. Aggiugnerò bensi, che anche della Lingua Arabica furono benemeriti gl’italiani. Da che la Nazione de gli Arabi, chiamati ancora lfmaeliti, Saraceni, e Agareni, principalmente nel Secolo Settimo con fomma felicità dell’armi fi dilatò per 1’Affrica , e pofcia nel Secolo Ottavo fottomife al fuo impero le più fiorite parti della Spagna, e quindi nel Secolo Nono s’impadroni ancora della Sicilia, e di alcune Terre e Città del Regno di Napoli: quella Nazione, dilli, non meno avida delia glotia , che della potenza, cominciò a coltivare anche lo ftudio delle Lettere. Pertanto converfando co’ Greci, fopra gran parte de’quali fi ftendeva la lor-fignoria, da eflì ricevè molti Libri, e’ trasportolli in Lingua Arabica, e talmente s’impof-fefsò di alcune Difcipline , cioè della Medicina, Dialettica, Metafifica, Geometria, Aritmetica, appellata da effi Algebra &c. che anche fra’ Criltiani di Occidente fi*acquiitarono gran fama di Letteratura, e molti pofcia de gli Occidentali corfero a leggere i loro Libri, e a tradurli in Latino. V’ha chi afferma, che regnando Carlo Magno Auguilo,, anzi per comandamento fuo, foffe fatta da’Criftiani la verfione di parecchi Libri, e che per tal ,via cominciaffero in Occidente a correte fra i Letterati i Libri di Aditotele, d’Ippocrate, di Galeno, >e d’altri Medici, e infierne di varj Matematici ed Aftronomi-, tratti dalla Lingua A-rabica. Con che ragioni pruovino effi tale affunto , lo dirò fra poco. Intanto dirò, che quella Dialettica, che fi feppe prima del Mille, ed ufata nelle Scuole, fu prefa da Marziano Capella , da Severino Boezio, e da altri antichi Latini. Servironfi anche i Medici de’Secoli barbàrici di Libri comporti anticamente in Latino, e dal Greco trafpnrtati in Latino. Imperocché Caffiodoro circa 1* Anno di Crifto 560. icrivendo a i fuoi Monaci Latini dice fecondo l’ultima edizione: Legite Hipp'ocrdtem B 4 at-