Quàrantesimaquarta; 31 nea Meridionali. In altro Codice fi legge Hifioria varia, dove fono notate molte partite di cofe Naturali, e ne è Autore Hujus Amfiu. In un altro intitolato Kitabul Muahodhi, o Hethebari, de prczcipuis Orientis rebus. Ne tralafcio altri. Abbondano ancora gli Arabi di Libri Filofofici, Medici, Morali &c. molti de’quali ho veduto in eiTa Biblioteca. Altri non pochi ancora ne ha ia Biblioteca dell’ Iitituto Aftronomico di Bologna, fra’quali un Catalogo di Libri comporto da Afid fupremo Ijmat liticai Religionis Antiftue, e divifo in tre Tomi, dove fi leggono i titoli di tutti i Libri ed Autori per ordine Alfabetico, che da’primi anni dell’Egira fino al Secolo proilimo pafl’ato furono fcritti in Idioma Arabico, Peritano, e Turchefco. Noi al folo udire il nome de gli Arabi, o vogliam dire Saraceni, concepiamo orrore di quella gente, immaginandola immonda, crudele, infida, e ignorante. D’altra opinione furono i noftri Maggiori. Ognuno itimava la loro Letteratura. L’Anonimo Italiano nel Compendio della Storia Italiana Cap. 3. Tom. XVI. Rer. Italie, lafciò fcritto: In Legalitate Sarraceni, & in Jufiitia omnes alias Mundi fuperant Nationes. Ma avendo anche i Turchi introdotta fra loro la rtampa , può edere che n’ efeano un dì dell’ Opere degne di fìima o antiche o moderne. Ho io pubblicato un frammento, cioè il Cap. I. della Geografia , compofia dal Sultano e Re Abuljadà circa /’ Anno 13Ò0. o fiprima, e tradotta in Latino dal!Arabico . Il fuo principio è tale: Oe-criptio univerfi Orbis , Auclore Domino Sultano, &c. Abilfiada ljmaele, cujus Regnum Deus protegat, Filio Regis Abulcuffem, Ùc. Cita egli va-rj Autori Arabi, che precedentemente aveano illuftrata la Geografia. Di quefto Autore parlano con molta lode il Riccioli, il Voflìo, od altri. Sarebbe degna della luce tal Opera. Guglielmo Portello nella fua Cofmo-grafia fcrive di averla comperata per fecento Coronati. Attesero parimente gl’italiani dopo il Mille ad illuftrare 1’ Aftrono-mia , & uno di eiìì fu Coflantino Monaco Cafinenje circa 1’Anno 1075. E nel medefimo Secolo fiorì, fe vogliam credere al Tritemio e a Filippo da Bergomo , Campanus natione Lombardus y P hìlofophus & Afironomus , omnium opinione fuo tempore celeberrimus, il quale de compofitione Qua-drantis , & alia quoque in Afìronomia compofuit. Trafportò ancora dall’ A-rabico gli Elementi d'Euclide, ed altre cofe Geometriche. In un Codice deil’ Ambrofiana vidi un Trattato de Afirolabio , Auclore Mefj'alak , cioè uno Scrittore Arabo, il quale fi diceche fioriffe circa l’Anno di Crifto 860. tradotto in Latino da non so quale interprete di molta antichità . Ivi ancora fi leggeva Magfiri Roberti Afienfis Liber de Officio Afirolabii; e parimente Liber Albategnii, o Mahomeùs filli Sehir , filii Cenini de mo-abus Stellarum & earum objersationibus . E veramente abbiam di molte obbligazioni alla Nazione Arabica, perchè fi ftudiò di ampliare 1’Agronomia coile proprie offervazioni -, ma coloro ancora molto più furono