Quaràntesimasestà. 63 giuria, come egli pretendeva, a sè fatta, e per la non pagata parte del falario a lui dovuto , talmente accefe contra de’Modenefi gli animi de i Bologneiì, che allora abbracciavano ogni pretefto per nuocere al Popo- lo di Modena, che ne feguirono affaifiìmi fconcerti, e Rapprefaglie , che vicendevolmente dall’ una e dall’ altra parte furono fatte . Finalmente nell’ Anno 1178. furono eletti due Arbitri con facoltà di decidere quefta con-troverfia : nella qual occafione ciafcuna delle parti propofe le fue petizioni e ragioni , ed ho io pubblicato alcune Propofiziont allora formate , dalle quali maggiormente rifultano i riti oilervati in quel tempo nell’ elezione de i Podeftà . E quefto baftar potrà per intendere , qual foffe, e quanto onorevole una volta l’Ufizio de i Podeità. Tuttavia a fin di meglio illuftrare quefto argomento, ho io dato alla luce un Opufcolo MSto , a me fomminiftrato del Sign. Argelati, che porta il titolo di Oculus Pajloralis . Anche in Padova fi truova quefta medefima Operetta fcritta a penna, e probabilmente più corretta ed ampia, il cui Autore incognito fiorì dopo 1’Anno 1222. perchè nel Cap. 4. della prima divifione ha quefte parole: Ad reverentiam & timorem Ecclefice Sanclce Dei, & gloriojijjimi Domini nojlri F. Romanorum Imperatoris AucjuJli: cioè di Federigo II. Serviva tale Operetta per ammaeftrare chiunque era fiato allumo all’impiego di Podeftà, con rapportare tutte le Allocuzioni, ch’egli dovea fare, e le più importanti ofièrvazioni , per ottener la gloria di un ottimo Governo. Però egli è da credere, che i Nobili l’avellerò in pronto , e la ftudiaffero, allorché veniva il tempo di valerfene*. Ma perciocché nel progreflo de’ tempi fi trovò dato troppo di autorità a i Podeftà, o perchè il Popolo fovente difcorde dai Nobili vo-lelìe un Capo fuo particolare, o perchè foffe creduto meglio il dividere dal Governo civile il militare : iftituirono le Città Libere un altro Ufizio, cioè quella di Capitano del Popolo, perfonaggio anch’effo fore-ftiere, e prefo da altre Città . Per la fteiTa ragione fu introdotto nella Repubblica Romana il Tribuno della Plebe, Magiftrato di ampia autorità, per difendere la Plebe dall’infolenza de i Nobili . Era incumbenza di quefto Capitano il reggere la milizia ne’tempi di guerra, e quando lo richiedeva il bifogno, raffrenare i tumulti, e gaftigare i fediziofi. Perciò ne gli antichi Statuti delle Città molta menzione fi truova di tali Capitani, e del loro ufizio. Ma oltre ad effi, eletti per Tei Mefi, o pure per un Anno intero, altri fe ne cominciarono ad eleggere, di gran riputazione nel maneggio dell’armi, appellati perciò Capitani di Guerra , a cui ubbidivano tutti i combattenti della Terra , o ftranieri. Ho io prodotta una Lettera fcritta nell’Anno 1257. da gli elettori del Capitano del Popolo di Siena Domino Fredericjo de B.urgo , con cui l’avvifano d’ avergli deftinato l’impiego di Capitano di effo Popolo, e il falario Mille Librarum denaiiorurrK Seneniium minutorum . Che fe accadeva , che il Po-