161 Dissertazione nè debbo tacere una prerogativa della nobililììma ftirpe de’ Marchefi E-ilenfi. Imperciocché elfi non mai dimenticarono di ufare un amorevol governo co i loro Popoli, fenza imitare 1’ afprezza di altri Signori : il che cagionò , che non mai volontariamente loro fi ribellò alcun di eifi Popoli, nè imputò loro la tirannia , anzi ognuno per loro difefa più di una volta efpofe i beni di fortuna e la vita. Perchè febbene nell’Anno 1306. Azzo Vili, cadde dal dominio di Modena e Reggio, non ne fu cagione la fua crudeltà, ma bensì la trama e il potere de’Bolognefi, Parmigiani, e Giberto da Correggio, nemici di quel Principe. Né’ folamente cominciarono i noftri Antenati dopo il Secolo XII. a provare la rabbia de’Tiranni. Anche prima di que’tempi aveano conosciuto di quelle mal’erbe. Da che per la morte di Carlo il GroiTo Au-gullo nel” Anno 888. finì la fchiatta legittima di Carlo Magno, lì divife l’Italia in varj partiti , e fu fuggetta talvolta a più d’ un Re : ficchè cominciò di nuovo a veltir la barbarie e la fierezza. Rupperfi allora i legami della pubblica tranquillità , e cefsò la venerazion delle Leggi in cafa de’ Potenti. Niuno più fi facea fcrupolo di ufurpare i Beni del Clero , purché non gli mancafle la forza; nè i Laici deboli andavano efenti dalle altrui violenze. Prima s’erano introdotti i Vaffi, o vogliam dire ValTalli, dominanti nelle Calleila , fi cominciò ad accrefcerne fconcìa-mente il .numero, lludiando ognuno di profittare di que’ torbidi tempi, e i Re di donar largamente per guadagnar danaro , ed aumentare i fuoi fedeli. Dalla giurisdizione de’Conti Urbani llaccati quelli Vaili, chiamati dipoi Conti rurali, fi diedero a fortificare le loro tenute, e llavano tutto dì all’erta per ampliare il loro dominio alle fpefe de’vicini. Che fra quelli piccioli Signori o Regoli fe ne contafiero molti per la lor probità degni di lode , non fe ne può dubitare ; ma non ne mancavano altri , che efercitavano a mifura delle loro forze la Tirannia. Nell’ Archivio del Capitolo de i Canonici di Modena fi conferva un Sacramentario di San Gregorio il Grande, feritto nel Secolo Nono o Decimo con caratteri majulcoli. Nel margine di eflo fi truovano memorie fcritte nell’An-no 1003. che fanno conofcere la maggior antichità del teilo. Ora qui- vi fi legge MiJJa cantra Tyrannos , prefa da gli antichiffimi Sacramentarj della Chiefa Romana, dove è intitolata Conira Jujices male agentes, e MiJJa cantra obloquentes. Per più Secoli poi durò là razza di quelli Ti-rannetti. Nè folamente nella Storia d’Italia, ma in quella ancora dell’al-tre Nazioni, s’ incontra alcuno di limili malvagi e prepotenti uomini. E ne rella anche memoria nelle antiche Carte de gli Archivi. In pruova di che ho rapportato un Documento del 1107. dove fon querele degli Uomini di Savignano davanti alla Contejfa Matilda ; e una Sentenza de’ Giudici Imperiali profferita nell’Anno 1185. contra di Manente Conte di Sartiano , ufurpatore de’Beni del Monijlero di Vivo-y e la Concordia fe-