viri » men ad priedi&a legitime citato per Vannutium pub. rum. Communis »Ancona;, prout d. Nuncius retulit dd. DD. Antianis, & irnhi Nota->- rio infraferipto , & cujus non comparenns contumaciam accu(avit » &c. Due cofe debbo ora avvertire al mio Lettore. Primieramente ch’io non do per cola Angolare quello Iftrumento eilratto dall’ Archivio Apaftolicod’ .Ancona -, ora efiilente nell’Archivio dimeftico della predetta Famiglia Ba-leilrieri, poiché altri fenza dubbio fe ne troveranno de’fimih; ma perchè eiiendo un’appellazione, e contenendo varie circoftanze notabili, polla confrontarli con quel che dice 1’ Autore delle Città libere d’ Italia nelle prime Diflèrtaziom di quefto volume. In fecondo luogo , che dall’ e l'empio d’ Ancona , di cui non ve ne avrà forfè una fra le Pontificie più diftinta in genere di libertà , sì per la fua durazione in tale ftato; e sì per efferfela militata que’ Cittadini, con rimetterla a poco a poco in piedi dopo la di lei diftruzione fatta da’Saraceni nell’ottavo Secolo ; deefi formar giudizio di tutte le altre Città dello ftato della Chiefa , cioè che quantunque alcuna volta fembri effere fvanita in elle la fovramtà Pontificia, quefta non venne mai meno. Dice in conferma di ciò molto benel’Autore ( Dijf. Ò4. pacj. 181 )» Nelle noftre contrade ne’ vecchi » tempi lo fteflo era comune , o comunità che Repub. o Città libera , che godeva il diritto di formar le proprie leggi, di eleggere i proptj » magiftrati, e d’ imporre tributi,- foggetta iolamenre all’ alto dominio » degl’Imperadori, o de’ Romani Pontefici». Ma poco fopra ne avea dichiarato Signore Obizzo IL fenza che o quivi , o negli Annali s’ incontri inveftitura Pontificia , come de’di lui Antenati. Similmente d’ altre Città dello ftato Ectlefiaftico, cioè di Bologna , Ferrara e altre ne avea precedentemente favellato in maniera da fai le credere o feggette a fovranità Imperiale, o ubbidienti ad altro proprio Signore. Perciò io diedi Ancona per efempio di tutte le altre Città libere dipendenti dall’ alto Dominio de’Pontefici : e nella Prefazione al fecondo Tomo fiffai 1’ origine generala di tutte le Signorie della S. Sede : affinchè attento il Lettore alla cavalleria, e ad altri coftumi de’Secoli batbarici, non s'im-bevefle trafverfalmente d’ opinioni poco rette intorno alle materie civili dello Stato Ecclefiaftico . Onde qui fofpendo il più ragionarne . Dirò bensì alcuna cofa in genere riguardo alla difciplina , e altre materie Ecclefiaftiche, le quali più opportunamente diviferò nelle note . Primieramente quel fuo Codice de’ cenfi attribuito a Cencio Camerario, benché ferino cent’anni dopo la di lui morte con tante addizioni, com’ egli medefimo confefla ( DiJJ. yo. ), non è di quel pregio , che meriti l’oilequio di tutta l’Italia, com’ei fi penfa . La lode ch’ei dà im-meritamente al divulgato da lui, e anzi dovuta a quello, che a tempo d’Onofrio Panvini, del Card. Baronio, e di Rinaldi ( Panv. Coi. Vat.