466 Orlando mi ordina di rimanere [24.1v.19] colta finanziarie, ma di profonde divergenze di principii fra America e Francia di fronte ai vinti nemici. Non si può imputare all’America ogni mancanza di generosità dal momento che dall’inizio dell’attuale anno cerealifero, e cioè dal i° settembre scorso, gli Stati Uniti hanno spedito in Europa per due miliardi e mezzo di dollari di materie alimentari, dei quali furono pagati solo 400 milioni. L’America chiede di spedire alimenti negli Stati vinti in cambio di merci; la Francia vi si oppone perché vuol ricevere le stesse merci in conto riparazioni. Attolico si è dichiarato favorevole alle proposte del presidente. Cosi si sono trovati a votare, assieme gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Italia per la rapida ripresa dei commerci e per l’abolizione dei blocchi. La Francia si è astenuta. I voti della maggioranza saranno presentati ai Quattro. Attolico completa la sua relazione narrandomi di essere stato fatto segno a unanimi manifestazioni di simpatia. Alle 19 Orlando e Sonnino ritornano all’albergo e radunano la delegazione per comunicare rapidamente l’esito della lunga conferenza avuta con Wilson, Lloyd George e Clemenceau in casa di Lloyd George. La relazione è affrettata perché Orlando, Barzilai, Saivago Raggi e Diaz sono ansiosi di non perdere il treno che parte alle 20,40 dalla Gare de Lyon. Poi Orlando mi chiama a parte e mi dice: « Io, Sonnino e gli altri delegati partiamo stasera e domani. Tu resti qui fino al nostro ritorno. » «Come?» gli rispondo al colmo della sorpresa, «proprio io, che sono per il primo uscito dalla conferenza, devo restare? Ma perché? » «Tu non sei membro della delegazione, tu puoi restare per tutti i lavori in margine alla conferenza, per il Supremo Consiglio economico, ed anche per continuare a lavorare con i tuoi colleghi delle riparazioni e con i tuoi amici francesi, americani ed inglesi, se lo crederai necessario.