3i 6 Dissertazione Milano, ed e (Tendo mancato di vita quell’Abbate , Àngiiberto li. Arci-vefcovo nell’Anno 832. penfava , quem Abbatem illic conjlituere belerei, quia, ibi non reperiebatur talis , eo quoè ob negligentiam Ordo Regularis valide inerat corruptus , come abbiamo dallo Strumento pubblicato dal Puri-celli num. 44. Monum. Bafìl. Ambrofi Però confulentibus edam Saeerbotibus jiojlris ( così parla io fteffo Angilberto ) abfluli Gaudentìum Abbatem Sancii Vmceniii, queni etiarn ego ibi Abbaiem jambudum orbinaveram , & in prcefato Monaflerio Sancii Ambrojii Abbatem confluiti. Anzi come da una pergamena da me data alla luce apparisce, il medefìmo Arcivescovo nell’ Anno 840. Archipresbiterum Ecclefìce noflre ibi ( cioè nel iuddetto Moni-iìero Ambrofiano ) cum eleclione omnium ordinava Abbaiem , con aggiu-gnere in fine: Concebimus etiam, ut pojl obhum ipfius Abbatis de ipfa Congregatone Pater eligatur , fi iboneus ad hoc opus reperiatur. Non farà discaro a i Lettori d’apprendere, quali Ufizj una volta fi annoveraiTero ne’più riguardevoli Mcniiìeri. ÌVala, o fia Guala , celebre perfonaggio, era Abbate di Corbeia , ma per efferfi mifchiato nelle turbolenze inforte fra Lodovico Pio Augufto , e i fuoi Figli, fu cacciato di Francia. Venuto in Italia fu eletto col favore di Lottario Imperadore Abbate di Bobbio nell’Anno 833. L’Ughelli nel Catalogo de gli Abbati Bobbienfi noi re-giftrò , ma il P. Mabillone ne fece ben menzione . R'eiìa tuttavia nell’ Archivio di quell’infigne Moniilero Un’Ordinanza, fatta da eifo Wala, e da me data alla luce , pei buon regolamento di quel facro Luogo , i cui Miniftri fon riferiti fecondo l’ordine feguente. Decanus , Cuflcs Ec-clefìce , Biblìoihecarius, Cuflos Chartaruni , Cellararius , junior Ceìlararius , Cufìos panis , Poriarius , Hospitalarii Religioforym. , Hofpitalarius Pauperum, Cuflos infirmorum , C'antor, Camararius primus } Camarariu.s junior, Magi-fìer Carpentariust Cufìos vinearum , Hortulanus, Decanus junior, Cuflos po-tnorum . Chiunque e pratico dell’Erudizione Monadica, sa che ne’veccbi Secoli tifarono i nobili Genitori di offerire i lor mafchi di tenera età a i Monifterj, acciocché ivi fotto la Regolare offervanza viveffero . Più antico di San Benedetto è un tal Rito; egli lo approvò nella fua Regola , ordinando , che gli offerenti cum oblatione ipfam peiiùonem & manum Pueri involvant in palla Altaris, & fic eum ojferant. Erano per quefto ì Fanciulli appellati Oblaii: e tuttoché in età incapace di eleggere il loro ilato, e (blamente per arbitrio del Padre, fi legaffer© in qualche Iftituto; pure non era da lì innanzi permeffo loro di ritirarci dal Moniftero , ed ammogliarli . Un’ efempio ne ho prodotto io , ricavato dall’ Archivio de’ Canonici Regolari di San Bartolomeo di Piftoia , cioè uno Strumento dell’Anno 784. in cui Falcone Cherico offerifee a quel Moniffero Gi-filari & Cafìiprand filiìs meis , qui fup poteflate Sancle Reguìe, & tue do-jninationì, qui fapra Dominico Abbati, in ipfa fancia Ecclefia & Monajìe-rii beati Sancii Bartholomci in avi tu Mo nachoritm vivere & dejervire a'e- veat }