QulRANTES IMAQU ARTA. i ^ e fi Cremona in Mmafierio Sancite Lucia:, ubi fuorum Librorurh Bibliothe-cam reli qui t, ejus preclari ingenti fpecimen fempiternum . Fra i Libri da lui tradotti v’ ha per atteilato del medefimo Pippino in Arte tam Pii,fica, quam aliarum facultaturn Libri Septuagmta fex, inter quos Avicenna: y & Almagefii Ptholomcei translatio folemnis habetur. Vidi anche nell’Am-broiìana una Raccolta fatta a Thadiso de Parma fuper Theoricam Piane-tarttm Girardi Cremonenfis. Ecco dunque ciò, che operarono alcuni ingegni Italiani nel Secolo XII. Molto più operarono nel fuiTeguente XIII. per accrefcimento delle Scienze, e per cura particolarmente di Federigo II. Imperadore e Re di Sicilia. Perciocché per comando di lui furono tradotte parte dal Greco, parte dall’ Arabico in Latino l’Opere di Arinotele per viros le-clos, & in utriusque Lingua prolatione peritos, come ne fa fede Pietro dalle Vigne nel Libro III. Epift. 67. Mi fia permeilo di dire così di paf-faggio, che venne meno a Lorenzo Pignorio la fua erudizione e diligenza, allorché nelle Note alla Storia Auguila di Albertino Muffato To. X.. pag. 405. Rer. Italie, aderì, eh’ effo Pietro/« d'origine Padovano. Non dovette conofcere quella origine Rolandino Storico di Padova, tuttoché contemporaneo del medeiìmo Pietro, giacché nel Lib. IV. Cap. 9. della fua Cronica all’Anno 1139. fcrive: Petro de Vineis Apulo, ejus Ju-dice, prò ipfo Domino Japienter loculo, inter Dominum Imperatorem & Pa-duanum Populum foederavit quodammodo multam benevolemiam & amoretti. Nè Pietro dalle Vigne, come fcriffe taluno, venne alla luce in Germania , ma bensì in Capua . In qual Anno poi Federigo 11. proccuraffe la Traduzion delle Opere di Ariilotele, cioè fe nel 1210. o pofeia: noi so dire. Quel che è palefe e fuor di dubbio, circa que’tempi furono portati in Occidente i Libri di quel Filofoio, e eh’ effi vennero accolti con gran commozione in Parigi, anzi banditi, perchè fi credette che Almanco Eretico aveffe bevuto di colà il fuo veleno. Rigordo de Gefi. Philipp. Reg. Frane, preffo il Du-Chefne così fcrive all’Anno 1209. In diebus illis legebantur Pariftts Libelli quidam ab Arifioiele, ut dicebatur , compofid, qui docebant Metaphyficam, delati de novo a Cofìantinopoli, & a Cresco in Latinum translati. Da dove apparisce, che que’Libri poco fa erano ilari portati dalla Grecia a Parigi, già tradotti in Latino. Forfè da i Latini Signori allora di Coilantinopoh. Non furono adunque dal Magazzeno de gli Arabi, ma da quei della Grecia, portate in Francia le merci Ariiloteliche. Ora Federigo II. raunò, e fece trafportare in Latino tutto quanto potè avere di quell’infigne Filofofo sì dal Greco, che dall’Arabico. Nè vo’ tacere, conservarli nella Biblioteca Ara-broiìana un Codice MSto attribuito ad Ariilotele con tale efordio: Davi no fuo excelUntiffiimo , & in cultu vera Religionis firenuijjìmo, Domino Guidoni vere de Valentia, Civitaùs Tnpolts glonofo Pontifici. Philip pus