io Dissertazione fui più bello m’avvidi , altro non eflere quelli, fe non i Sermoni più volte ilampati di San Pier Grifologo Vefcovo di Ravenna . Nel Catalogo della Libreria antica del Moniilero di Bobbio, che diedi nella Dilì'erta-zion precedente , fra gli altri Codici è enunziato Ltber Sancii Serenarti, cioè il Codice ittiTo , ch’io poco fa accennava, pafìato per cura dell1 immortai Cardinale Federigo Borromeo nella Biblioteca Ambrolìana. I caratteri del medeiìmo fono di tale antichità, che li giudicai del Seco- lo IX. fors’anche dall’ Ottavo. Ora qui può nafcere dubbio, fe veramente fieno que’Sermoni fattura di San Pier Grifologo, o pure di Serenano Vefcovo Greco , i quai forfè lo ilelfo Grifoiogo potè tradurre in Latino per ufo della fua Chiefa . A Severiano afflile il Titolo di quello an-tichiiìimo Codice. Erano facilmente ne’vecchi tempi mifchiati e confu fi da’Collettori i Sermoni de’Santi Ambrolio , Agoilino, Mailìmo, Leone Magno, cd altri. Potrebbe!! dare, che fra quei di Pier Grifologo ne trapelaiFero ancora de i comporti da Severiano, e Latinizzati. In fatti notarono gli Editori deJ Sermoni del Santo Vefcovo di Ravenna al 149. e 152. che quelli da alcuni venivano attribuiti Beato Serenano Epifcopo. Però li potrebbe dubitare, che il Grifologo folle Traduttore, e non Autore d’altri di que’Sermoni. Il P. Mabillone parlando nel fuo Itinerario Italico del fuddetto Codice Ambrolìano riferifee un frammento di Sermone di Severiano trovato in un Codice Caiìnenfe, che affatto raflòmi-glia al Sermone 149. del Grifologo. In oltre fra’Libri, che l’incompa-rabil Delìderio Abbate lafciò al Moniilero Caiìnenfe, come abbiamo dalla Cronica di Leone Oitienie Lib. III. Cap. 63. fi veggono annoverati Sermones Severiani certamente tradotti in Latino. Nè mancavano già ne gli antichi Secoli perfone si pratiche dell’una e dell’altra Lingua, che fapevano tradurre con tal garbo dal Greco , che la verfione Latina compariva originale, e non traduzione. Severiano poi avea uno ilile fiorito , e però fomigliante a quello de’Sermoni fuddetti . Contuttociò non è di dovere , che lì fpogli il Grifologo del fuo poifeilb per cagione di un folo Codice, che può portare un titolo fallace. A buon conro circa F Anno 715. erano in onore i Sermoni di eflò Grifologo preffo i Ravennati; perciocché per tellimoni-anza di Agnello Scrittore del Secolo Nono nel Ponti/. Rarenn. Felice Vefcovo comandò, allorché fu vicino a morte , che li bruciaifero le fue Omilie , con dire a gli alianti : Habe-tis Libros Chry/ologi Petri , ejuos viàetis , & invenietis. Hic luculemifjìmt fcripfit. Ipfum tenete . Utimini, ut vobis placet . Nè lì può fidare del Codice Ambrolìano. fio io pubblicato i frammenti di tre Omilie ivi elì-ftenti, le quali con più giullo titolo iì debbono attribuire al Grifologo', che a Severiano , cioè Di jejuwo Quaòrctgefimce. De latiòe Epifcopi. De ordinatione Epi/copi. Il Vefcovo quivi lodato è Grato, nome Latino, e per confeguente dee crederfi un Vefcovo Latino lodato da un altro Latino ,