54 Dissertazione tempi vi reftava qualche Città, il cui Governo per conceffion de gl’ím-peradori apparteneva al Vefcovo, e che i Confoli di que’Luoghi dipendevano dall’autorità d’effo Prelato. Tali fon le parole di Federigo I. In Civitaie illa, in qua Epijcopus per Privilegium Imperatoris vel Regís Co-mitaium habet, Jl Conjules per ipfum Epifcopum Conjulaium recipere folent, ab ipfo re'cipiant, Jlcut recipere confueveru.nl. Alioquin unaquceque Ci vitas a nobis Conjulatum recipiat. Però quantunque ne’pubblici Atti de;le Città di Lombardia s’incontrino i Confoli -, e paia interamente porta in e ili tutta l’auiorità del Governo Civile : pure convien procedere cautamente in efcluderne affatto quella dei Vefcovi, perchè in qualche Lurgo rico-nofcevano effi per fuperiore anche nel temporale il Partire della Chiefa. Col tempo poi venne meno il reftante diritto de’ medefimi Vefcovi . Tuttavia nel Diploma di Ottone IV. dell’Anno 1210. rapportato dall’Ughelli nel Catalogo de’Vefcovi di Parma , vien comandato, ut nullus fe intro-miitant de regimine Civitatis Parmenfis , antequam confirmadonem & inve-jlituram recipiat de marni Epifcopì , qui eam vice noflra dare debet . Et Po-lefias, feu Confuí, vel alius Ojfficialis, qui contra jecertt, pro Confule , Po-tefìate, vel alio Officiali non habeatur. Può eflere, che in Parma vivo tuttavia fi confermale tal rito ; ma fi può anche dubitare, che al Vefcovo forte confermato un Privilegio tale per onor iuo ; ma Privilegio , che non era più in vigore: ficcome avvenne di tanti altri. Pafsò anche nelle Cartella e Ville il nome e l’Ufizio de’ Confoli. Nè quefto avvenne tardi. Tal Magiftrato lo ritruovo io nell’Anno 1116. ufato nella riguar-devol Terra di Guaftalla , fuggetta fin da i tempi di Lodovico II. Au-gufto al Monifter© Piacentino di San Sirto . Perchè le Monache di quell’ illuftre Luogo s’ erano troppo rilafciate , per cura della celebre Con-teffa Matilda nell’Anno 11x2. furono cacciate di là per forza, e quivi ammeifi 1 Monaci Benedettini, che tutravia ne fon padroni . Ottone fu il primo loro Abbate , chiamato colà dal Moniftero Mantovano di Poliro-ne, il quale per conciliari! l’am >re e fuggezione del Popolo di Gudrtal-la, accordogli varie efenzioni, e concedette campi da coltivare nell’Anno fuddetto 1116. come fi raccoglie da uno Strumento da me veduto nell’iniìgne Archivio fegreto del Comune di Cremona. Ivi è fatta menzione della Badeífa di San Sifto Imilda , di cui non ebbe conofcenza il Campi nella Storia di Piacenza , nè il P. Becchini in quella di Poliro-ne , dove diede il Catalogo di tutte quelle Badefle ; e fi truovano nominati i Confoli di Guaftalla col loro Configlio , dipendenti nondimeno dall’Abbate di San Sifto. Un’altra Carta ho io prodotto, eftratta dal Codice di Cencio Camerlengo, in cui dsH’Anno 1198. Narmenfes Confules univerfales Civitatis & Comitatus Narnice concedono ad una certa Alifanda la tenuta della^Rocca di Carleo . Talmente poi divenne familiare il nome ed uib de’Confoli, che dovunque le Cartella .Terre , e Ville