Dissertazione gue,- e per confeguente credette, che dalla fola Palma non fi poteifè trarre un fuffiftente indizio de’ Martiri. In che maniera il dottiffimo Boi-detti nel Cap. 45. fi sbrighi dall’autorità del Fabretti, allegata anche dal P. Mabillone, non occorre ch’io ne informi il Lettore. Ballerà dire che fe il Fabretti, come ognun fi può figurare , fu molto ben confape-vole del Decreto citato dal Boldetti, flimò che le Palme allora fola-mente indicano il Martirio, che vanno congiunte con Vafo tinto di Sangue ( il che fa parimente afì'erito da i PP. Papebrochio e Mabillon ) è ben lecito anche a noi di tenere la medefima fentenza. Crede il Boldetti, che non riufciife giammai al Fabretti di offervare ne’Cemeterj Ifcri-zione alcuna colla Palma. Quando anche ciò fofle, indubitata colà almeno è, ch’egli uomo ftudioiìffimo dell’impiego fuo avea più volte letta la Roma Sotterranea del Bofio e dell’Aringhi, e ben oifervate tante Ifcrizioni ornate di Palme. Ma certo è altresì, ch’egli fleifo inferì nella fua erudita Raccolta delle Ifcrizioni Palmate, prefe da eiTo Libro, ovvero da lui fleifo cavate da i Cemeterj. E pure contuttociò conferà di tenere i Vafi con crofta di Sangue per Unico Segno del Martirio . Ed affinchè non refli dubbio della fua mente, vedi il Cap. 8. num. 25. pag. 559. dove ' rapporta la feguente Ilcrizione diiTotterrata nel Cemeterio di Calliflo. D. M. DION YSIAE MARCI ON CO NIVGl KARISSIM B. M. FEC. Q V AE V I X. AN. XIIX. M. D. XXV, Pofcia aggfugne : Locus ipfe, ubi reperì a fuit hcec Tabella, itemcjae corona cum Palmis fubdita, Dionyjlce Chrijlianitatem ajjerunt . Interpreta egli le Lettere D. M. Deo Magno , o Maximo. Ricava dalle Palme un iègno di Criiìianità folamente , e non già dì Martirio. Non manca poi, chi dubita, fe s’abbiano veramente a chiamar Pahne que’ Ramufcelli , che fovente fi veggono ne’Sepolcri de’ Criiliani antichi. Frondi di Ciprcjfo funebre li crede il Mabillone ; il Papebrochio Virgole per