Sessantesimaquinta. j I -7 vcat, ficut /ancia continet Regula, in Palla Altarìs afferri previdi ipjl fiiii mei &c. Spezialmente nel Secolo Vili. dell’Era volgare, talmente crebbe la ilima e il credito della Vita Monaftica, che fin gli fteffi Re, Duchi, e Conti, dato un calcio al Secolo, correvano a queTacri Chioftri per impiegar quivi il reflo de’lor giorni nella Tanta profeffione: dei qual* ufo non pochi efempli diede l’Italia, la Francia , e l’Inghilterra. Coloro poi, che non furono da tanto in lor vita, almeno fi procacciarono prima di morire in qualche guifa un fimile vantaggio . Per atteilato di Beda Lib. IV. Cap. 11. della Storia Ecclefiaftica d’Inghilterra, SebbÌ Re de’SaiToni Orientali circa l’Anno 675. correptus infirmitate permaxima , venit ad Antiflitem Londonice Civitans , & per ejus benedicl'tonem habitum Religionij, quem diu defideraverat , accepit. Pochi dì appretto egli terminò il fuo vivere. L’efempio fuo fu dall innanzi imitato da molti, e profeguì talmente queft’ ufo , che anche oggidì oiferviamo non folamen-te perfone pie, ma anche gli iteili mondani fcreditati per varj vizj,ef-fere condotti alla fepoltura veiliti di abiti Religiofi , moflrando dopo morte quella penitenza , che sì poco amarono in vita. Gran divario nondimeno paffa fra il rito de’ noltri tempi, e quello de gli antichi ; perciocché allora i Laici cadendo malati,. realmente veftivano Y abito Monadico, fperando maffimamente d’eifere fovvenuti dalle preghiere de’Monaci, al ruolo de’quali s’erano aferitti. Scrive lo Storico Liutprando nel Lib. III. Cap. 5. che fuo Padre nell’Anno 940. inviato fu per Amba-feiatore a Romano Imperador de’Greci. Pojl rediturn vero ejus, paucis imerpnjìùs folibus, languore correptus, Monajlerium petilt, fancìceque converfa-tionis abitum fumfìt, in quo pojl dies quindecim mortuus migravii ad Domi-num . Che fe quefti tali fi riavevano dalla malattia , non perciò era loro permeiTo efi deporre l’abito , e di rompere i fatti voti. Chiamavanix Monaci così fuor di regola creati , per diftinzione da gli altri, Monachi ad ficcurrendum , perchè condotti dal timore della morte a foccorrere in quella guifa all’ Anima propria . E di tal rito parecchi efempli fi truova-no riferiti da i Padri Mabillon, e Dachery , dal Du-Cange, e da altri Eruditi. Nè è da ftupire, che cotanto fi prezzaife da’Crifiiani la vefte Monadica, da che non meno i Greci che i Latini coitumarono di appellarla Vefle Angelica, Abito Angelico , ficcome chiamavano la vita Monaftica Coeiicolarum vitam per cagione del fuo fanto iftituto. Riferifce Bo-leslao Balbino nella Storia di Boemia una Carta di Federico Duca di quella Provincia, fcritta nell’Anno 1186. dove fon le tegnenti parole. Ego Fridericus cupiens ajjiduis in precaminibus in futuro connumerari ejusdem loci Fratrièus , qui 2iu nocluque a laude Dei , nec momento ceffantes , far.clis cequales effe probantur Angelis . Conviene ora offervare, che maffimaraente fotte gl’Imperadori Fraa- chi /