2.58 Dissertazione tale Erefia, perchè pertinaci alunni di Guglielmina, finirono i lor giorni nelle fiamme. E quedo fine ebbe la fantadica ed empia Tragedia di co- iloro . Passiamo ora ad un’altra fimile , ma più perniciofa, che fi rap-prefentò in Ferrara. Quivi Armanno Pungilupo, che altri impropriamente appellarono Hermanno, fi dice, che rinovò gh errori de gli antichi Gnoilici; anzi v’ha molti , che lo dimano , non so con quali fondamenti ( e fra gli altri il ^Vadingo ), Autore de Fraticelli, ed E~ refiarca . Ma io tengo le Memorie ficure di que’tempi e fatti, mercè delle quali poiTo dire , che Armanno fu prima di eili , nè altro aver egli fatto, che profeflar gli errori de’ Cathari, ed effere fiato aderente alla Setta di Bagnolo, la quale non era diverfa da quella di Corico-re^o, tutti rami de’ Valdeji, Albigeji, e Cathari, tutti in una parola Manichei. Fu Bagnolo Terra della Provenza , dove buone radici a-vea fatto quell’ albero velenofo , il quale ficcome abbiamo da Beinero nel Cap. 6. contra i Valdefi , avea ílefo i fuoi rami in Tu-fciam , Jive in Marchiani, vel in Provinciam. Quali poi fodero gli errori de’fuddetti Eretici, l'ho io indicato con riferire, quanto de’medefimi, e de’diverfi infegnamenti di quelle tre Sette, lafciò fcritto Pellegrino Prifciano Ferrarefe ne’fuoi Annali MSti della fua Patria. Io non voglio iporcare con que’tanti fpropofiti le prefenti carte. Venendo dunque a morte Armanno Pungilupo tal fama immantinente fi fparfe di fua fanti-tà, che il bailo Popolo di Ferrara a gara e in folla cominciò a concorrere al fepolcro di lui, e molti attribuivano alle di lui preghiere la ricuperata fanità , riguardandolo la Plebe come Beato e Santo. Ricobal-do Storico Ferrarefe, il cui Pomario fi truova nel Tomo IX. Rer. Ital. racconta, che il corpo di Teodofio il Grande Imperadore da Onorio fuo Figlio trasferito fu a Ravenna , e podo nella Chiefa di San Lorenzo in un bel Maufoleo: cofa che non s’accorda con gli antichi Scrittori. Poi foggiugne : Ipfam autem Ecclejzam conjlrui jecit Honorius per Lauriciurn. Cujus Sepulcrum fuit illuò, quo in Ecclejia Ferrarienfi jacet Ar-mannus , quem Ferrarienfes venerantur uti Dei amicum. Così feri fie Rico-baldo circa 1’Anno 1295. nel quii tempo non s’era peranche levata la m.ilchera al defunto Eretico. Fu feppellito codui nel Duomo di Ferrara; e perchè ogni dì più andava crefcendo la fama de’ fuoi miracoli operati, come fi diceva, al fuo Sepolcro; non folamente i Canonici , ma fin lo dedo Vefcovo Alberto, uomo per altro celebre per la fua fan-tità , e onorato da’Ferrarefi col titolo di Beato, ftimarono bene di formarne Procedo, e di raccogliere le depofizioni de’tedimonj. Pellegrino poco fa mentovato, diligente raccoglitore de’fatti di Ferrara ci ha confermato una parte di quel Procedo, che fu anche mandato a Roma. In queft’Opera The divulgato, ed efpodo alla conofcenza del Pubblico,