5 0* msntMi uh noi per carnet eri a dìverfa confeituth pmbytcth defiinamiis 3 & presbiteri tarata 5conficiendorum jus habeant atque litentiam. (n) pag. 272. Ottimo, ma intempeilivo coniìglio, Aivaco Pelagio fciiveva in tempo di Giovanni XXII. dimorando ia S. Sede in Avignone. Quanto vi foffe allora bifogno di fervere in quella forma, e con quel 2elo , di cui era anche più chea baitanza fornito quell'Autore, gii eruditi io fanno: ma no« itimano a pro.pofito per la prelente queitione il leggere ciò ch’ei deliderava* ne”Cardinali della Chiefa Romana; opportuno bensì giudicano quel eh* ei dite de'Cardinali d’altre Chicle, nello iteffo Trattato citato dall'Autore : Sunt i? in Ec~ clefìa Campofiellana Cardinale: presbyterì mitrati, & in Ecclefia Ravennate. Tales Cardinalee funt derifui potius quam honori » Del refto che i Titoli de' Cardinali diveniffer Chieie Parrocchiali benché tali non follerà a tem-po di S. Innocenzo I. è opinione comune degli Storici Ecclefia Ilici : ma che 1 Cardinali avetfero tal nome più per effer iimili a'Vefcovi Cardinali, che a* preti Cardinali delle altre Chieie, e che non debbano definirli proprj e' veri p arrochì col noitro Autore, lo molila l'efen.pio medefimo d’ Anaitafio del titolo ai S. Marcello, addotto in prova: poiché la deltinazione di tre Vefcovi per chiamarlo al Concilio ; l’impegno prefo dall’ Imperador Lodovico; e i due Meffi Imperiali da lui deputati a tal’ effetto non ci rapprefentano un Parroco, ma una Primaria dignità della Chiefa Romana. Inoltre ne’due primi ordini antichiffimi dal P. Mabillone premeffi attuiti gli altri nel fuo Mufeo Italico fe ordinò, che intra Fcclefiam B. P etri Apofioli fub arcu principali a Mottachis vigilia celebra-rentur, & a presbyteris ( Card. ) hebdomadariis mijfarum folemnia. E Adriano ( feti. 311?. ) più chiaramente , Conftituit in Monaßerio S. Stephani està barbara Patricia ( cioè S. Stefano minore , dicendo!! l’altro caia Galla Patricia ) fitum ad B. Petrum Apoflolum congregaiionem Mona c horum , ibi iy Abbatem idoneam perjonam ordinans , fiatuit, ut fedii! as laudes in Eccle- n ^etr‘ perfolvant, ut catera tria Monaßeria. De’ medelimi parla Gregorio IV. (feci. 453?. ) allorché determina, Ut monachi qui ad officium perfolQendum in Ecclefia B. P etri Ap. funt confi i tilt i, omnibus diebus ibidem laudes omnipotenti Domino canere non defifiant. E S. Leone IV. fondatore dei!a Città Leonina fu educato in quello di S. Martino, come fi ha (feil. 494- } nella di lui vita: In Monafierium II. Martini Conf. Chrifii , quod foris gnuros hujus Civitatis Romana juxta Eccl. B. Petri Ap. fitum efl, quoufque facras /iterar plenitus difeeret, fponte Difi. Jtal. Tom. III. K k con-