4)2- Dissertazione nella Cronica del Volturno, dove i Monaci dicono: Seò Dum intellexì* mus , quoJ res ìpfas nullo modo dare pojjemusfine notula Prmcipis , feu Ju-dicis , vel M Jf ejuidtm Principisi fic perrexi in prczfemia Domni Guaima-rir gin rio fi Pnncipis , & pefiuLivi clementi jm ejus , ut hcenti ¡m mihi diret &c. Ecco quanta cura aveano una volta gli iìeffi Imperatori acciocché non s’inferi He d.inno ai facri Luoghi da que’ medeiimi , che maggiormente avrebbero dovuto conservarne i Beni . E durò ben molto quello ritegno in alcuni paefi . Nell’ Archivio fuddetto di Lucca efirte Carta di Permuta fitta nell’ A.nno 970. da A lelongo Ve'covo di quella Città r ubi & Juper hd^c commutnionem Jecuridum Lebern Ffugo Marchio dtrexit Mif-fum , id efi In^hefredus Judex Domm Imperatoris : & tu qui jupra Adel&n-gus Epijcopus dtrexifh /Vl/JJum tuum , iJefl Urfo Presbytero & V'.cedomino . Ma fi avverta, eifere bensì (lata offervata quefta Legge in Tofcana,e in qualche altro paefe, ma in molti altri fu negletta, anzi conculcata. Purché averte forza chi avea poca cofcienza, non fi lasciava far paura dalle Leggi umane ; e però di qua venne uu g^an detrimento a i Beni delle Chufe . In oltre non lieve s’indebolì la potenza de gli Ecclefiaftici fotto Federigo I. Impetadore , non già eh’ egli con aperta violenza la reprimef-fe ; ma perchè pofe de gl’ impedimenti, affinché eiT* non crefceffe. Già s’é veduto, che per più Secoli anche il Clero Secolare e Regolare potè procacciarli Cartella e Feudi, con efercitar ivi i Diritti Regali per con-ceffione de i Re ed Imperadori. Agg ungili, che quando elii Monarchi, Duchi, Marchefi , e Conti concedevano Feudi ad alcun ), folevano anche dargli facoltà di poter lafciare alle Chiefe quelle Tetre e beni : il che iì appellava Judtcare pro Auma, ed affaiffimo fruttò a i (acri Luoghi, frequentemente in dominio d’erti colando nuovi feudi e Regalie. Ma coi tempo trovarono gli Au^urti un troppo rilevante detrimento a’ proprj intereffi, perchè era crefciura cotanto la potenza de gli Ecclefiaftici, che gà faceano guerre, e moveano fedizioni e ribellioni, e ogni dì pù s’ andava Sminuendo la porzione de’Secolari: penfarono di mettervi argine per 1’ avveni e . E che di ciò qualche difegno fi formaffe fin fotto Arrigo Lnperadore IV. e Re V. circa l’Anno 11 15. abbartanza lo fcuopre Placido Monaco del Monirtero Modenefe di Nonantola , avendo egli comporto verfo que’tempi un Libro intitolato de Honore Ecclefice , dato alla -luce dal P. Pez Par. II. Tom. II. Thefaur. Anecdot. Così intitola egli il Cap. 91. Contra eos , qui dicunt : tanta 0onanturEcclefi.cz, ut Regno vix jpauca remaneant» Ivi die’egli: Sunt vero quidam fimpltces, dicentes : fi ita beee permanferìnt, Ecclefia omnia terrena obtinere poterti. Rifponde qui il M maco : Quibus quid refponderiòum efi , nifi illtiò , quod Dominus de vir-ginibus alt : Non omnet capiunt verbum fiud ? Quando enim , quee fua funtt Ecclefice dabunt, qui ea tpja} qua antiquitus pijfiòet, auferre conaniur ? Se Pia-